VERSO UNA FISCALITA’ INTELLIGENTE

Un binomio che diventa ancora più interessante in agricoltura, ambito nel quale gli strumenti sono variegati e complessi.

In questa ottica, nei giorni scorsi in Università Cattolica, nell’ambito del corso Diritto tributario dell’impresa (laurea magistrale facoltà di Economia) si è svolto un webinar dedicato alla fiscalità dei Consorzi agrari, che ha visto protagonista Luca Bazzini, direttore amministrativo del Consorzio Agrario Terrepadane e che è stato organizzato dal docente del corso, prof. Marco Allena.
<All’incontro hanno preso parte numerosi studenti – ha spiegato Allena -: l’aspetto più interessante è stato rappresentato appunto dall’interesse degli studenti, che hanno posto al relatore tante domande, molto pertinenti. Proprio questa partecipazione dei ragazzi, ci sarà di stimolo ad organizzare anche il prossimo anno incontri di questo tipo>.
Soddisfatto anche Bazzini: <Conoscere le possibilità offerte dalla moderna fiscalità in agricoltura, può rappresentare per un imprenditore un vero plus soprattutto in questo momento. Si pensi alle opportunità che il cosiddetto credito di imposta può costituire per un’azienda. Certa servono esperti ben preparati e molto attenti, capaci di “guidare” l’imprenditore agricolo nei percorsi della fiscalità e della finanza>.
Il direttore amministrativo di Terrepadane spiega anche che il comparto agricolo in ambito finanziario e fiscale sta ancora completando il processo di aggiornamento, che lo ha invece già da tempo visto protagonista per quanto concerne gli aspetti tecnici e tecnologici: per questo è importante che anche da parte del mondo accademico vi sia attenzione e si perfezioni la formazione specifica dei futuri laureati.
Non a caso il Consorzio Agrario Terrepadane, che tra i suoi scopi – secondo il nuovo ordinamento dei consorzi agrari del 1999 – ha anche quello di compiere “operazioni di credito agrario di esercizio in natura”; ha coniugato questa sua potenzialità in modo moderno, stipulando con numerosi Istituti bancari convenzioni, attraverso le quali i Soci possono accedere a finanziamenti agevolati con il Consorzio che svolge il ruolo di volano.
<Anche in questa fase, cli imprenditori agricoli – conclude Bazzini – sono guidati da nostri tecnici, che insieme a loro mettono a punto il programma finanziario più idonei per le loro aziende>.

ALLEVAMENTO DA CARNE E BENESSERE ANIMALE: UN CONNUBIO POSSIBILE

La mandria di circa 90 capi (che però in momenti di punta può arrivare anche a 120) è gestita in stabulazione libera, in modo da garantire agli animali – anche grazie all’ampio paddock – le migliori condizioni di benessere, che nel caso di questo allevamento vanno ben oltre gli obblighi di legge.

<Siamo molto attenti – spiega Niccolò Lavezzi – e favoriamo in tutti i modi una gestione sostenibile del nostro allevamento. I nostri animali vengono alimentati in modo equilibrato con una razione che punta a favorirne la crescita armonica, senza “spingere” eccessivamente. Una particolare attenzione viene posta sulla sanità della razione (per la quale si adotta la tecnica unifeed): per questo da tempo abbiamo eliminato quasi completamente l’utilizzo di antibiotici>. “La nostra famiglia coltiva la terra e alleva il bestiame da innumerevoli generazioni. Siamo orgogliosi – aggiunge Niccolò Lavezzi – di fregiarci di questo marchio, perché crediamo tantissimo nel territorio piacentino e nelle sue risorse.”

I fratelli – che provengono infatti da una famiglia di agricoltori che gestisce l’azienda da più di 150 anni – da tempo hanno stretto una collaborazione con il Consorzio agrario Terrepadane, al quale si affidano per l’alimentazione e per l’assistenza tecnica.

<Abbiamo messo a punto un piano alimentare – chiarisce Angelo Romanelli, veterinario di Terrepadane, esperto di lungo corso di alimentazione e di buiatria –, che riesce grazie all’utilizzo di alcuni prodotti molto efficaci, a far conseguire agli allevatori buoni risultati in termini di redditività, garantendo al tempo stesso il massimo benessere degli animali>.

Protagonista dell’alimentazione nella fase di ingrasso è infatti un mangime della nuova linea Tonale TP, formulato dal Consorzio, che presenta caratteristiche molto interessanti e che somministrato insieme al fieno, proposto a volontà, permette agli animali di conseguire ottime performances produttive, mantenendo allo stesso tempo una buona funzionalità ruminale.
Il programma alimentare si completa poi in fase di finissaggio con una miscela di farina e fiocchi di mais Tonale Multimix, l’ultima novità messa a punto dai nutrizionisti di Terrepadane.

<Un programma semplice e molto sano – conclude Romanelli – che valorizza le grandi potenzialità di questa splendida razza>

Gli ottimi risultati produttivi dell’azienda, inducono gli allevatori a pensare anche ad un nuovo progetto, ossia quello di dotarsi di uno spaccio aziendale, dove commercializzare la propria carne, che per ora viene venduta ai privati solo su prenotazione con grandissima richiesta.
Questa azienda rappresenta una garanzia per il consumatore che può contare su carne di ottima qualità, genuina e controllata. “L’Allevamento Camatta incarna appieno uno dei temi fondamentali della Mission del Consorzio – conclude Stefano Zaupa, Responsabile Settore Zootecnico di Terrepadane – ovvero contribuire allo sviluppo dell’agricoltura nei territori in cui il Consorzio opera, attraverso il supporto alle aziende agricole e zootecniche fornendo tutti i servizi finalizzati alla valorizzazione delle produzioni agricole italiane. Tutto questo nel pieno rispetto dell’ambiente e con assoluta garanzia di sicurezza alimentare per la società.”

 

 

TERREPADANE: UNA DIMENSIONE SOCIALE CHE NON PERDE DI VISTA SOLUZIONI CONCRETE

<Il giorno di San Martino – spiega il presidente Marco Crotti – si è chiusa un’annata agraria partita con la forte preoccupazione per il Covid, ma che ha visto fortunatamente un andamento climatico abbastanza favorevole per tutte le colture, tranne che per i cereali autunno vernini che hanno subito un forte calo produttivo causato dalla siccità primaverile. Tutte le altre colture hanno avuto ottime rese sia in quantità che qualità con mercati tonici: solo il comparto destinato al mercato dell’H.O.R.E.C.A. come il vino ha pagato l’effetto del lockdown>.

In questo contesto come si è inserito il Consorzio Terrepadane?

<Terrepadane chiude un’annata molto positiva, iniziata tra mille difficoltà causate dal lockdown, ma che grazie all’impegno e alla passione dei nostri collaboratori, si è conclusa in modo positivo, garantendo servizio e vicinanza a tutti i nostri soci/clienti. La pandemia ha fatto riscoprire valori importanti di cui il mondo agricolo è custode privilegiato, come il valore del cibo, la sicurezza alimentare, la prossimità, il territorio, basti ricordare le code ai supermercati e la fuga dalle città. Quello della vicinanza al territorio rurale è un valore forse da troppo tempo dato per scontato, ma che proprio nella estrema difficoltà ha rivelato il suo “peso” fondamentale per la vita stessa della Società.
In questa dimensione, la pandemia ha permesso di affrontare una riflessione circa la riscoperta della “valenza sociale” di un’azienda come il Consorzio agrario, che deve rispondere, si alla logica dei numeri, nel giusto equilibrio tra efficienza e servizio, ma che non ha come suo fine il profitto, essendo una cooperativa a “mutualità prevalente”.  Il Consorzio è un’azienda che prima ancora che di concimi o gasolio è fatta di uomini, di relazioni e di fiducia che sono il suo vero grande valore costruito nel tempo a servizio del territorio e delle sue imprese, che hanno sempre bisogno di risposte concrete per la loro crescita>.

Oggi si parla tanto di “sostenibilità”. Come viene declinato questo concetto in un’azienda come il Consorzio Terrepadane?

<Proprio nella sostenibilità e nella modalità in cui viene coniugata risiede nostra etica, che ci permette di offrire alle imprese servizi che possano migliorare la loro redditività, che si reggono sull’innovazione e la tecnologia. Proprio alla base di questi due “pilastri” del nostro agire sta la volontà di conciliare sempre più le tecnologie con il rispetto e la tutela dell’ambiente e delle sue risorse, che dobbiamo usare, non consumare. Per Terrepadane il fattore umano è al centro di ogni innovazione, investendo continuamente sui giovani, che non a caso spesso “escono” dalla nostra prestigiosa Facoltà di Agraria.
Con la Cattolica collaboriamo su diversi progetti: ne è esempio quello molto interessante ed innovativo relativo alla ricerca ed applicazione dei “biostimolanti”, una nuova e rivoluzionaria frontiera, che permetterà di apportare fertilità ai terreni senza l’utilizzo di chimica>.

Tra i progetti più consolidati di Terrepadane, c’è quello dei progetti di filiera. Quali sono le novità 2020?

<La nostra concretezza ci ha portato quest’anno ad offrire con successo, diversi nuovi contratti di filiera per i cereali con l’obbiettivo di dare garanzie su prezzi, pagamenti, ma soprattutto premiare i produttori che partecipano a percorsi di qualità condivisi con l’utilizzatore finale, questo per cercare di uscire dall’ottica di vedere il frumento come commodities indistinta, contrastando quella volatilità dei prezzi, identificata dagli economisti come vera “piaga” del sistema agricolo. Un tema che abbiamo coniugato anche sui cereali biologici: in questo ambito da alcuni anni abbiamo concentrato un importante investimento finalizzato a dare valore aggiunto a queste produzioni, particolarmente nelle aree svantaggiate, dove svolgono un’impagabile funzione di presidio e tutela del territorio, della quale non ci possiamo ricordare solo a parole>.

Contratti di filiera: una soluzione vincente anche per i territori svantaggiati

Rappresentano un esempio virtuoso di come l’agricoltura piacentina sia da sempre capace di innovare e di trovare soluzioni vincenti, che sposino reddittività delle imprese con sostenibilità, anticipando in questo caso anche gli orientamenti della stessa Unione europea, che nella nuova Pac valorizza questi contratti come strumenti di miglioramento del valore aggiunto dei prodotti, soprattutto nelle aree svantaggiate. Stiamo parlando dei contratti di filiera-cereali, che il consorzio agrario propone con successo agli agricoltori da anni.
A parlarne è Marco Cappelli, Responsabile Cereali di Terrepadane, che spiega: <I nostri contratti – chiarisce – ci vedono da anni in collaborazione con le principali aziende di trasformazione: dalla Barilla che è stata la prima, a nuove aziende che si sono aggiunte della portata di Galbusera e della piacentina, Molino Dellagiovanna>.
Cappelli spiega anche come in questi ultimi anni vi sia stata grandissima attenzione al comparto del biologico, per il quale si sono studiate soluzioni specifiche: mi sto riferendo ai contratti cereali pensati per il biologico, ma anche a quelli girasole – coltura per la quale quest’anno sono stati ritirati addirittura 600 quintali -, pisello, favino e altre colture “minori”>.
Cappelli aggiunge che proprio con questi contratti si punta a offrire una soluzione soprattutto alla collina, dove queste colture, caratterizzate da una buona rusticità, possono offrire un’alternativa colturale interessante.
Anche per i cereali, tuttavia, sembra vi siano movimenti sui mercati, con un’inversione del trend al ribasso che ha purtroppo caratterizzato gli ultimi anni: <I listini dei cereali – specifica l’agronomo – stanno vedendo dopo l’estate una ripresa non indifferente e questo perché da un lato la siccità estiva ha portato a notevoli peggioramenti della produzione in aree tradizionalmente molto vocate (si parla di perdite addirittura del 30% in Francia e anche del 50% nei paesi dell’est, particolarmente in Romania); dall’altro molti Paesi come alcuni del Nord Africa hanno fatto scorte di cereali in vista di possibilità problemi derivanti dalla pandemia; mentre altri come ad esempio la Russia, hanno messo dazi all’esportazione per tenere in Patria le produzioni. Il tutto con pesanti ricadute sui corsi dei cereali, di cui – ricordiamo – l’Italia è grande importatore>.

LA VITICOLTURA SOSTENIBILE CHE PIACE AI CONSUMATORI

Un progetto molto interessante è quello che l’azienda Valla sta portando avanti in collaborazione con il Consorzio Agrario Terrepadane per la lotta biologica alla temibile tignoletta della vite (Lobesia botrana), un lepidottero fitofago che può causare gravi problemi.
<Quest’anno – spiega Valla – abbiamo sperimentato la lotta biologica attraverso feromoni che inducono confusione sessuale su un appezzamento dove in passato si erano riscontrati problemi piuttosto gravi: i risultati sono stati buoni, tanto che il prossimo anno estenderò l’utilizzo di questa tecnica a tutta l’azienda>.
Il supporto tecnico e i mezzi tecnici con cui erogare i feromoni vengono forniti da Consorzio agrario Terrepadane: <Collaboriamo già da tempo – spiega Andrea Bossi, tecnico di Terrepadane – con questa azienda. Davide è un imprenditore molto attento all’utilizzo di politiche a basso impatto ambientale e in questo caso ricorrere ai feromoni ci ha permesso di risolvere un problema che altrimenti sarebbe stato molto grave>.
Infatti, in una fase di pre-raccolta durante la quale non è possibile trattare con prodotti chimici di sintesi che possono lasciare residui nella coltura e nelle conseguenti operazioni di vinificazione, il problema della Tignoletta, se non opportunamente affrontato, rischia di compromettere la salubrità delle uve.
Luca Bricchi, giovane tecnico di Terrepadane aggiunge: <Per le viti sono pericolose soprattutto le larve di Tignoletta nate nelle ultime generazioni che praticano profondi fori di penetrazione negli acini, causando un grave danno sia quantitativo sia qualitativo; grazie al nostro monitoraggio attento e costante delle trappole abbiamo evitato questo problema>.
<L’implementazione di tecniche sostenibili, oltre che rappresentare un risparmio economico che può arrivare anche al 30%, genera un notevole valore aggiunto che i consumatori apprezzano – commenta l’Area Manager di Terrepadane Davide Vercesi – ribadendo la mission del Consorzio volta a valorizzare il mondo agricolo con mezzi tecnici e servizi innovativi.
<L’impegno nella direzione della sostenibilità – conclude l’imprenditore Valla – viene recepito molto positivamente sia da chi acquista il vino in azienda (dove si fa vendita diretta ndr); che dalle enoteche e dai ristoranti>.

E in tempi di Covid?

Valla non si scoraggia e ha messo a punto un sistema di vendita on line: <già questa primavera – chiarisce – aveva dato buoni risultati; poi con il ritorno dei consueti canali, il ritmo delle richieste on line era diminuito. In queste settimane invece, con le nuove restrizioni, gli ordini hanno ripreso a crescere>.

ARATURA E OPERAZIONI PIU’ SOSTENIBILI GRAZIE ALLA TECNOLOGIA

A spiegarne le ragioni, provvede Paolo Arata, agricoltore di lungo corso che con la famiglia conduce l’azienda di Carpignana di Rivergaro, che spiega: <i nostri terreni tendenzialmente argillosi richiedono un adeguato drenaggio: per questo l’aratura diventa importante. Inoltre anche per il controllo delle infestanti questa pratica assume una funzione insostituibile>.

Non di meno, le condizioni climatiche attuali – in agosto al momento delle arature, le temperature sono ancora molto alte ed è sufficiente una precipitazione per facilitare il proliferare di infestanti – impongono di intervenire poi sul terreno con altre lavorazioni per eliminare le infestanti.

Il tutto si traduce per gli agricoltori in un notevole dispendio economico:

<Dobbiamo attrezzarci con trattori di potenza molto elevata, sia per le lavorazioni che dobbiamo fare, che per le dimensioni aziendali, ma anche per i tempi strettissimi all’interno dei quali dobbiamo riuscire a lavorare. Non solo. Le macchine devono essere sempre più “intelligenti” e anche per questo richiedono manutenzioni sempre più complesse e procedure di adeguamento continue, tra cui non ultima, quella per l’AdBlue (l’additivo composto al 32,5% di urea in acqua demineralizzata, che abbassa drasticamente le emissioni di ossidi di azoto>.

L’azienda Arata si è appena dotata – acquistandoli da Consorzio Terrepadane, grazie al Credito d’Imposta – di 6 nuovi trattori che vanno da 120 a 380 cavalli tutti di marca Case IH, attraverso i quali sarà possibile migliorare la gestione di tutte le operazioni.

<Queste macchine – spiega l’agricoltore – ci permetteranno di efficientare le operazioni, guadagnando allo stesso tempo in sostenibilità. Si tratta infatti, di trattori d’avanguardia in termini di tecnologia e soddisfano ogni tipo di esigenza. Attrezzati con telemetria – ossia la tecnologia informatica che permette ai tecnici di intervenire sulla macchina attraverso un collegamento on line, quindi senza la presenza di un tecnico in azienda -, queste macchine potranno essere gestite in un futuro molto prossimo direttamente dalla sede del Consorzio, limitando le perdite di tempo e di denaro>.

Ovviamente questi trattori sono anche integrati con la guida satellitare, che consente l’applicazione dell’agricoltura di precisione, dosando quindi scientificamente i mezzi di produzione con risparmi ambientali e economici : <i costi che dobbiamo sostenere complessivamente impiegando così tanta tecnologia– aggiunge ancora Arata – sono molto considerevoli (e non sono certamente ripagati del tutto dalle economia dell’agricoltura di precisione); tuttavia, essendo noi agricoltori i principali custodi dell’ambiente, che è il nostro primo ed insostituibile fattore produttivo, ci viene naturale abbracciare un approccio sostenibile>.