AZIENDA LA TOSA: DALLA COLLABORAZIONE CON TERREPADANE GRANDI RISULTATI PER IL VIGNETO BIOLOGICO

<Il nostro lavoro – spiega Stefano Pizzamiglio – non è solo produrre e vendere, ma anche offrire la possibilità di conoscere la cultura agricola a chi entra in contatto con la nostra realtà di “contadini del terzo millennio” animati da una grande passione per il vino e fortemente legati al territorio. Anche per questo motivo puntiamo, con il Museo, a tenere viva la memoria del passato del settore: un patrimonio di esperienze, che meritano di essere difese>.
L’azienda – nata nel 1984 – coltiva a regime biologico 19 ettari di vigneto: si tratta di una delle prime realtà del nostro territorio ad avere operato questa scelta, che sicuramente richiede grande perizia sul fronte tecnico.
Per questo i fratelli Pizzamiglio si sono affidati fin dall’inizio al Consorzio Agrario Terrepadane, con il quale hanno stretto una partnership divenuta sempre più interessante.
<Lavorando in regime bio – spiega Davide Vercesi Area Manager e Responsabile Articoli Vigneto di Terrepadane, che per 12 anni ha seguito l’azienda come tecnico agronomo del Consorzio – dobbiamo cercare di essere efficaci e tempestivi, potendo contare su un numero limitato di scelte operative. Per questo motivo, scegliamo le linee tecniche più moderne ed avanzate da un punto di vista tecnologico, garantendo un prodotto salubre con residui pressoché nulli>.
I prodotti utilizzati sono di origine naturale: <si va – continua Vercesi – dai classici rame, zolfo e piretro, (quest’ultimo usato contro Scafoideo, vettore della Flavescenza Dorata), fino ad arrivare ad altri prodotti sempre naturali, ma più innovativi, sia dal punto di vista della formulazione, che del meccanismo d’azione. Un esempio sono le essenze a base di olio d’arancio, bicarbonato di potassio ed induttori di resistenza>.
Questi ultimi funzionano da “attivatori” fisiologici, poiché simulano l’attacco di un patogeno portando la pianta alla formazione delle proprie difese naturali: in questo modo si ottiene una reazione naturale della pianta, senza l’utilizzo della chimica. <Basandosi sul fatto che la pianta ha delle capacità intrinseche di difesa, – spiega Luca Bricchi, tecnico agronomico di Terrepadane, che si occupa di difesa fitosanitaria – possono essere messe in atto soluzioni efficaci per contrastare gli stress biotici (funghi, insetti etc.) e abiotici (siccità, precipitazioni etc.), in modo da garantire una notevole riduzione di agrofarmaci. In particolare di rame, il cui limite annuo è stato recentemente abbassato dalle nuove normative, a soli 4kg/ha. Inoltre, è utile sostenere lo sviluppo equilibrato della vegetazione con un piano di concimazione fogliare che favorisca l’impiego di formulati ad azione fisionutrizionale attivati da componenti organiche biochimicamente attive. In questo senso, grazie all’impianto di produzione di concimi liquidi, Terrepadane ha messo a punto una linea di concimi fogliari specifici chiamata Nutri-elle>.

Il “nodo” della nutrizione

Sul tema della gestione nutrizionale del vigneto in conduzione bio è intervenuto anche Mauro Schippa, agronomo, FertiTeam Leader di Terrepadane, spiegando che <il viticoltore deve prima di tutto, fare attenzione all’utilizzo di formulati consentiti – a tal riguardo è bene controllare che l’etichetta riporti la dicitura “consentito in agricoltura biologica” – o verificare che siano iscritti al registro dei fertilizzanti per Biologico del SIAN (Sistema Informativo Agricolo nazionale). Terrepadane ha selezionato formulati affidabili dal punto di vista agronomico e conformi alla normativa, considerando che la gestione della nutrizione nel vigneto biologico debba essere messa in atto dando il tempo necessario ai singoli formulati di inserirsi nei cicli di biodisponibilità naturali del terreno, grazie a specifici processi di mineralizzazione. A tal riguardo, va chiarito che le tecniche per migliorare la nutrizione della vite in biologico devono essere applicate in via preventiva, piuttosto che curativa, non potendo disporre di tutte le tipologie di concime che sono invece utilizzabili nella viticoltura integrata>.

 

TERREPADANE: PER IL 2021 L’INNOVAZIONE PER LA NUTRIZIONE DEL POMODORO

Il Consorzio agrario Terrepadane, grazie al lavoro del suo gruppo specialistico sulla nutrizione delle colture – FertiTeam, coordinato da Mauro Schippa, Sales Specialist Senior e Fertiteam Leader di Terrepadane -, ha messo a punto due formulati per soddisfare le esigenze degli agricoltori.
<Gli incontri del Fertiteam trattano, infatti, la concimazione di precisione come strategia gestionale che consideri gli obiettivi produttivi sia quantitativi sia qualitativi, le esigenze effettive fisionutrizionali della coltura e le caratteristiche del territorio>, commenta lo stesso Schippa.
Secondo gli agronomi di Terrepadane, l’innovazione nella nutrizione vegetale si concretizza nella sempre più accurata scelta di componenti minerali di massima purezza e solubilità, che vengono fatte interagire con componenti organiche biochimicamente attive, per ottenere dei formulati completi ad azione fisionutrizionale.
Per conseguire un buon arricchimento di elementi nutritivi nel franco di coltivazione con la concimazione granulare in pre-trapianto, Terrepadane propone un nuovo formulato organo-minerale in forma granulare denominato TP Fert EVO. <Questo formulato – spiega Mauro Schippa – si caratterizza rispetto al precedente per il doppio contenuto di azoto organico, aminoacidi e estratti umici (sostanze organiche biochimicamente attive) ed un significativo aumento della quota di fosforo solubile in acqua di massima assimilabilità. In tal modo i vantaggi sono evidenti: si creano nicchie fisionutrizionali nell’intorno del granulo di concime dove si hanno le migliori condizioni per lo sviluppo dell’apparato radicale (rivitalizzazione della microflora del terreno, richiamo dei capillizzi radicali assorbenti, protezione degli elementi nutritivi evitando le tradizionali insolubilizzazioni e perdite di efficienza dei concimi tradizionali) e una biodisponibilità pronta e graduale di massima efficienza. Ricordiamo a tal proposito che creare i presupposti per il miglior assorbimento del fosforo permetta di ottenere il migliore accrescimento radicale e uno sviluppo iniziale robusto e completo della piantina>.
Sempre per favorire l’attecchimento e miglior sviluppo inziale delle piantine trapiantate, grazie alle tecnologie produttive dell’impianto di concimi liquidi Multi Liquid, Terrepadane ha messo a punto un concime organo-minerale liquido da utilizzare al momento del trapianto in modo localizzato denominato Nutrifield Start. <Si tratta – afferma Schippa – di un concime organo-minerale liquido con un significativo contenuto di azoto organico, attivato con estratti umici: si ottiene in tal modo una pronta biodisponibilità del fosforo apportato e una stimolazione diretta dell’apparato radicale.”
<Queste nuove proposte tecniche – aggiunge Schippa – si affiancano al già collaudato concime completo NPK con una quota di azoto ricoperto (Multicote Agri Tomato), che garantisce biodisponibilità azotata pronta e progressiva ed alla linea dei concimi liquidi a reazione acida e biochimicamente attivi (FertiDEA).
L’insieme di queste soluzioni tecniche offre la possibilità di garantire una nutrizione mirata ed efficiente del pomodoro da industria in un contesto di intensificazione colturale sostenibile>.

NEI PROSSIMI ANNI ANCHE LE NOCCIOLE CHE LAVORERA’ LA FERRERO PARLERANNO PIACENTINO

Con questa nuova filiera la Ferrero si è posta l’obiettivo di sviluppare la coltura nelle aree vocate su tutto il territorio nazionale oltre alle zone storiche del Piemonte e del Lazio come opportunità di diversificazione per gli imprenditori agricoli. Al fine di incentivare la creazione di una filiera di qualità basata sulla collaborazione degli imprenditori, Ferrero ha dato forma ad un contratto di lungo periodo allineato alla coltura, il quale tiene in considerazione l’investimento eseguito dall’imprenditore ed il prezzo della nocciola sul mercato. Questo è stato il principio che ha mosso l’Az. Milani e l’Az. Dallafiore a destinare parte della loro azienda alla coltivazione del nocciolo.
“Noi abbiamo un’azienda agricola ad indirizzo cerealicolo-colture industriali- afferma Giacomo Milani – e le difficoltà che stanno vivendo molte colture sul piano economico a causa della sempre più agguerrita concorrenza mondiale che causa andamenti imprevedibili nelle quotazioni dei nostri raccolti, ci hanno spinto a prendere la decisione di dedicare una parte dell’azienda a questa coltura all’interno del progetto Ferrero grazie al quale conosciamo in maniera trasparente i meccanismi che determinano la remunerazione della produzione di nocciole (permettendoci di impostare nel lungo periodo, i costi/margini che l’azienda agricola potrà avere). Rimane la variabile produttiva e per questo ci avvaliamo dell’assistenza tecnica che Terrepadane ci mette a disposizione all’interno della filiera. Anche DallaFiore Luigi ed il figlio Umberto hanno deciso di dedicare alla nuova coltura parte della loro azienda prevalentemente viticola diversificando così la produzione ed il rischio imprenditoriale.
Il presidente Tiziano Gatti della Cooperativa Lusuco insieme a Giorgio Mazzoni, Responsabile agronomico, Luca Bricchi, tecnico agronomico e Marco Cappelli, Responsabile Filiere del Consorzio Agrario Terrepadane, hanno da subito seguito tecnicamente la coltura confrontandosi con professionisti del comprensorio di Cuneo (la zona storica di produzione).
Con le due aziende agricole – afferma Luca Bricchi – siamo partiti con un’accurata analisi del terreno per capire come gestire al meglio la coltivazione; l’analisi del terreno è infatti fondamentale per definire la concimazione, l’irrigazione come pure il sesto d’impianto e le varietà”.
“Per quest’ultime – interviene Mazzoni – con l’aiuto di Ferrero, ci siamo rivolti ad un vivaista esperto e storico del Cuneense il quale produce materiale vegetale verificato all’interno del Sistema di Certificazione Volontario Nazionale.
Con la collaborazione dell’azienda vivaistica abbiamo selezionato le piante per il trapianto in base ad un corretto sviluppo vegetativo e alla fertilità dei terreni delle due aziende piacentine. La scelta è ricaduta sulle varietà Giffoni, Romana, Nocchione ed in piccola quota Barcellona. Fondamentale è lo studio del mix e della quota delle impollinanti rispetto al totale anche e soprattutto in funzione della raccolta. Le varietà hanno caratteristiche ed epoche di maturazione diverse, pertanto è risultato fondamentale lo scambio informativo e l’aggiornamento tecnico con gli specialisti di Ferrero”.
“Siamo soddisfatti – afferma Gatti – perché la coltivazione è partita anche a Pavia e Parma ed abbiamo parecchie nuove aziende interessate; riteniamo che queste due aziende piacentine siano un’importante vetrina per altre potenziali realtà. Noi – prosegue Gatti – abbiamo sposato da subito il progetto Ferrero insieme a Terrepadane per proporre un’alternativa alle aziende agricole. Sarà un’alternativa di lungo periodo in quanto la produzione dei noccioli diventa consistente dopo il 5° anno e prosegue per altri 20/30 anni, ma il fatto di avere una garanzia di remunerazione derivante da un accordo di filiera, rappresenta un’assicurazione per il reddito, o meglio, per un parte di reddito futuro per le aziende.”
“Queste due aziende sono entusiaste e noi, insieme a loro – concludono Mazzoni e Bricchi- cercheremo di applicare tutte le migliori tecniche di coltivazione, ad esempio la fertirrigazione e la sub-irrigazione e di difesa, per ottenere produzioni di qualità garantendo l’impiego delle buone pratiche agricole alla base di una corretta sostenibilità sia ambientale che economica. La nostra mission è di essere sempre più portatori di innovazione, soluzioni e tecniche che devono essere poi adottate correttamente nelle aziende agricole.”

QUADERNO DI CAMPAGNA: UNO STRUMENTO PER GUARDARE AVANTI

Questa normativa rientra nelle azioni con le quali si punta a diminuire l’utilizzo della chimica in agricoltura, nell’ottica di favorire l’adozione di tecniche innovative di produzione e di razionalizzare gli interventi di concimazione e di difesa a vantaggio della sostenibilità.
Per gli agricoltori si tratta di uno dei tanti adempimenti burocratici, che caricano la giornata: per questo poter beneficiare di un supporto di assistenza qualificata nella sua compilazione si può rivelare una soluzione vincente.
Lo sa bene il Consorzio Agrario Terrepadane, che da alcuni anni sta proponendo questo servizio con un successo sempre crescente: <il nostro servizio Quaderno di Campagna – spiega Andrea Tagliaferri, il tecnico agronomo responsabile di questa attività – viene gestito attraverso una piattaforma informatica, che ci permette di registrare tutti gli interventi con automatismi vari, partendo dal “registro brogliaccio” che deve essere sempre presente in Azienda Agricola. In questo modo riusciamo, oltre che a garantire il rispetto degli obblighi di legge, anche ad orientare l’assistenza tecnica, pianificando così al meglio gli acquisti e l’utilizzo dei prodotti strettamente necessari riducendo gli sprechi. I dati ci stanno dando ragione, poiché in 2 anni siamo arrivati a gestire in questo modo circa 22 mila ettari di superficie coltivata: di questi 4000 di pomodoro (oltre il 40% della superficie nel piacentino), 4000 di frumento, 5500 di mais, 650 di vigneto e 1600 di riso>.
Come è noto, infatti, la normativa che disciplina l’utilizzo della chimica in agricoltura prevede limiti molto precisi, soprattutto nel caso in cui l’agricoltore percepisca contributi per i quali sono previsti obblighi di adozione di pratiche sostenibili (ad esempio OCM): inoltre anche le aziende di trasformazione sono sempre più sensibili in questo senso, riflettendo una esigenza sempre più manifesta del mondo del consumo.
<Nell’ottica di fornire un’assistenza tecnica sempre più adeguata – afferma Antonino Passalacqua, Direttore Operazioni e Responsabile Difesa delle colture di Terrepadane – siamo in grado di utilizzare nuovi software già predisposti per le nuove tecniche di agricoltura di precisione che ci permettono di fotografare la situazione attuale e di prevenire i rischi>.
Passalacqua spiega anche che per il futuro si punta ad integrare questo strumento con informazioni sulla residualità dei trattamenti al fine di ottenere produzioni più salubri per rispondere alle esigenze dei consumatori e delle industrie di trasformazione: <il progetto – aggiunge – è attualmente in cantiere in collaborazione con alcune grandi multinazionali e si pensa potrà essere operativo per il 2022>.