TERREPADANE, IL CUORE DELL’INNOVAZIONE E’ LA RICERCA

A raccontare questo interessante filone di lavoro del Consorzio provvede il presidente, Marco Crotti: <Collaborare e supportare il lavoro di ricerca e di sperimentazione delle Università e degli Enti di ricerca è da sempre nel DNA del Consorzio, che ha come mission – essendo una cooperativa – il miglioramento del reddito dei Soci e quindi la crescita del settore.
In questi anni il nostro impegno su questo fronte si è sempre più sviluppato>.
Il lungo elenco delle attività messe in campo dal Consorzio su questo fronte, non può che partire dalla storica collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Facoltà di Agraria);
“Attualmente, vanno citati due progetti. Il primo, che ci vede in prima linea – il progetto IDRA coordinato dal Prof. Vittorio Rossi del Dipartimento di produzioni vegetali sostenibili, DIPROVES, finanziato nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 Emilia – Romagna – mira a sperimentare modalità innovative di difesa fitosanitaria contro il ragnetto rosso per la filiera del pomodoro da industria. Inoltre, il progetto permetterà di mettere a punto e diffondere linee guida aggiornate ed efficaci per la difesa fitosanitaria finalizzata alla lotta al ragnetto rosso nella filiera del pomodoro.
La corretta realizzazione dei piani di difesa, attraverso la limitazione degli interventi fitosanitari a quelli di sicuro successo, diminuirà il rischio di persistenza di residui di trattamento.
Il secondo progetto, sempre in collaborazione con il Diproves, è di durata biennale – iniziato lo scorso autunno – e punta allo sviluppo di biostimolanti specifici per le piante. Lo studio, coordinato dal prof. Edoardo Puglisi della Facoltà di Scienze agrarie alimentari ed ambientali e sviluppato insieme all’agronomo Giorgio Mazzoni, ora Responsabile Macchine di Terrepadane, è finalizzato a testare e validare l’efficacia di alcuni prodotti naturali e ceppi batterici (soli, in gruppo ed insieme a biostimolanti chimici come idrolizzati proteici) nella coltivazione del pomodoro e del riso in una serie di prove sperimentali di campo”.
Sul fronte delle attività di sperimentazione nell’ambito dell’agricoltura di precisione (agricoltura 4.0), i programmi in atto sono molteplici:
“Partendo dal vigneto – dice Crotti – abbiamo in atto una collaborazione molto interessante con l’agronomo Giovanni Bigot, circa una App – 4Grapes® – che consente di effettuare un monitoraggio “intelligente” del vigneto. La tecnologia viene testata presso alcune aziende del piacentino e sta dando buoni risultati, appunto nell’ottica di una gestione sostenibile della coltura. Nella stessa scia, anche il sistema Agrigenius Pro di Basf Italia, installato con la sua capannina meteorologica presso un’azienda di Ponte dell’Olio e che rappresenta un prezioso sistema di supporto alle decisioni.
In fase di lancio anche una piattaforma Agriculus, che punta a fornire anch’essa elementi informativi e decisioni sullo stato fisionutrizionale delle colture: anche in questo Terrepadane collabora al progetto di sviluppo del sistema.
Molto collaudata invece la collaborazione con Manna per lo sviluppo di soluzioni di irrigazione intelligenti e sostenibili”.
Da sempre, come è noto, il Consorzio è in prima linea per garantire la meccanizzazione d’avanguardia delle aziende agricole: un impegno che continua con tutte le soluzioni proposte “Nell’ambito dell’agricoltura 4.0. L’obiettivo è quello di costruire con i nostri Soci mappe che consentano di arrivare a concimazioni a rateo variabile, con programmi di concimazione contenuti in una chiavetta USB!”
Importante il coinvolgimento del Consorzio anche nella più avanzata difesa biologica delle colture, con un progetto – in collaborazione con Consorzio fitosanitario, associazioni di produttori e con l’azienda Koppert Biological Systems – che prevede l’utilizzo di fitoseidi per la lotta biologica; così come sul fronte zootecnico, la collaborazione con Nanolike sta portando i nostri clienti a scoprire le possibilità offerte da un innovativo sensore che facilita la gestione del silo.
Non di meno, risultano sempre più strategici per i nostri clienti i servizi d’avanguardia, tra cui il quaderno di campagna, che – al di là degli obblighi di legge – si rivela un prezioso strumento di valutazione strategica.
<Da questo quadro così complesso e articolato – conclude Crotti – emerge come le tecnologie costituiscano il presupposto fondamentale ed insostituibile sul cammino della sostenibilità e vadano sempre più a rappresentare uno strumento strategico di successo per le aziende agricole, sempre più chiamate -anche per quanto riguarda la futura programmazione PAC, completamente incardinata su obiettivi di sostenibilità- a dare risposte in questa direzione>.

 

GOI IDRA, NUOVE SOLUZIONI CONTRO IL RAGNETTO ROSSO

Il progetto che vede una partnership tra il Consorzio agrario Terrepadane (ente capofila), l’Organizzazione interprofessionale OI Pomodoro da industria del Nord Italia, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, l’Op Ainpo, il Centro di formazione Tadini e 4 aziende agricole situate nella zona più colpita sud della provincia piacentina, è cofinanziato da Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale. Iniziato nel 2019, quando dopo la difficile annata 2018, che aveva visto il temibile acaro imperversare, il mondo agricolo si pose il problema di contenere questa avversità, il progetto punta a trovare una strategia sostenibile ed efficace per contrastare la presenza del ragnetto rosso (Tetranychus urticae) l’acaro che minaccia la produzione del pomodoro da industria, soprattutto nell’areale piacentino. I lavori, introdotti dal presidente del consorzio Terrepadane, Dante Pattini, hanno visto innanzitutto l’intervento del presidente nell’OI, Tiberio Rabboni, che ha spiegato la nascita del progetto e la volontà di fare squadra, che lo ha animato fin dall’inizio, nell’ottica di offrire risposte alla filiera. I dettagli del lavoro svolto e le notevoli difficoltà incontrate e anche superate nei mesi della pandemia, sono invece state illustrate da Maria Chiara Cavallo, segretario generale dell’OI, che ha chiarito come, oltre ad un’indagine conoscitiva svolta con un questionario che ha coinvolto 100 aziende agricole, il progetto abbia previsto sperimentazioni in campo di nuove linee guida per la lotta, rilievi in campo delle popolazioni
di ragnetto, test di efficacia degli agrofarmaci. Inoltre, Cavallo ha spiegato che l’OI ha anche incaricato un esperto di comunicazione in campo ambientale per veicolare i contenuti in modo innovativo.
Il prof. Emanuele Mazzoni dell’Università Cattolica, entrando nel vivo dei lavori, ha illustrato le attività svolte soprattutto relativamente alle resistenze sviluppate dal ragnetto e alle eventuali modifiche che saranno da apportare alle linee guida,
che erano già state redatte.
«Il lavoro di ricerca – ha spiegato Mazzoni – ha evidenziato una notevole variabilità sul fronte delle resistenze, così come è emersa una importante differenza di efficacia delle diverse molecole nel contrastare l’acaro».
Un incontro all’albergo Roma ha fatto il punto su risultati e prospettive del progetto
A raccontare l’attività formativa (che è obbligatoria per i Gli) svolta dal Centro di Formazione Tadini, ha provveduto il presidente, prof. Paolo Sckokai. Il programma formativo, che prevedeva viaggi ed iniziative in presenza, è stato rivoluzionato e gestito on line attraverso 3 percorsi formativi, così come è programmato un momento conclusivo nel confronto con i produttori portoghesi, le cui modalità sono allo studio.
«Il progetto sul ragnetto – ha spiegato il presidente di Terrepadane, nel concludere i lavori – costituisce uno dei tanti fronti che vedono il Consorzio piacentino in prima linea nell’ambito della ricerca e della sperimentazione.
Uno sforzo che il Consorzio affronta nella consapevolezza che quella di lavorare in modo sostenibile, producendo molto e bene, sarà la sfida che l’Unione europea imporrà all’agricoltura nella programmazione della nuova PAC».

TERREPADANE: ECCO IL NUOVO T7, TRA POTENZA E INNOVAZIONE

Proprio di questo approccio alla produzione agricola che coniuga risultati e sostenibilità e che fa della cura dell’ambiente un elemento strategico di successo, ha parlato il presidente del Consorzio Agrario Terrepadane, Marco Crotti, introducendo il momento di presentazione della macchina.
<L’impegno di Terrepadane – ha detto il presidente – si inserisce da sempre nel solco dello sviluppo del nostro comparto, proponendo soluzioni tecniche e tecnologiche, che, mantenendo elevatissimi standard di qualità ed ecosostenibilità, contribuiscono concretamente al miglioramento della redditività delle aziende dei nostri Soci. Ne sono un esempio l’automazione, l’agricoltura di precisione e la digitalizzazione>.
Crotti si è poi rifatto alla lunga storia di collaborazione con il gruppo CNH: <La nostra partnership con New Holland – ha continuato – ha radici profondissime, più che centenarie, visto che il nostro Consorzio Agrario è stato il primo concessionario italiano di trattori del Gruppo Fiat (1919), dimostrando fin da allora di credere nel valore dell’innovazione. Da quei tempi pioneristici e gloriosi, che comunque ci piace sempre ricordare, poiché confermano il ruolo primario di Piacenza nello sviluppo del comparto agricolo, abbiamo percorso molta strada, divenendo esclusivisti dei prestigiosi marchi New Holland e Case IH>.
A Giorgio Mazzoni, agronomo, da pochi mesi nuovo responsabile del Centro Macchine di Terrepadane, è andato invece il compito di illustrare lo svolgersi della presentazione facendo anche il focus sull’importante ruolo della meccanizzazione nello sviluppo agricolo del territorio. Meccanizzazione che si evolve sempre più velocemente e che grazie alla ricerca sta proponendo attrezzature sempre più performanti, potenti e sempre più legate ad un’agricoltura di precisione. Riccardo Pini Specialista di Prodotto New Holland e Riccardo Manfrin Specialista New Holland di precision farming hanno posto l’accento sulla vision del marchio relativamente all’agricoltura 4.0 e sull’ impegno per rendere largamente disponibili agli agricoltori i sempre più numerosi vantaggi delle tecnologie agricole intelligenti; attenzione anche a tutti i particolari tecnici e tecnologici focalizzandosi sulle specifiche di produttività, versatilità, confort e connettività cioè all’ampia gamma di servizi digitali di cui è dotato il nuovo trattore.

 

DA TERREPADANE LE TECNICHE INNOVATIVE PER LA DISTRIBUZIONE SOSTENIBILE DEI FERTILIZZANTI

Uno studio della Commissione Europea ha quantificato in oltre 100.000 ton/anno la quantità di azoto che viene persa a causa di modalità applicative inadeguate; si tratta quindi di un problema rilevante. In tema di distribuzione gli ormai vecchi spandiconcime hanno ceduto il posto ai moderni mezzi di spargimento.
L’evoluzione meccanica e tecnologica nel tempo ha migliorato significativamente la capacità di lavoro degli spandiconcime grazie all’applicazione di dispositivi che consentano di controllare il flusso del fertilizzante e la regolazione sia della larghezza di lavoro che dell’effettiva quantità di prodotto distribuita per unità di superficie.  Ma il progresso non si ferma: ulteriori obiettivi hanno riguardato la diminuzione del prodotto non a bersaglio (ad esempio curando maggiormente la distribuzione sui bordi degli appezzamenti), ma soprattutto l’adozione di tecniche di distribuzione a rateo variabile. Per questa tecnica è fondamentale che il cantiere disponga di un sistema di navigazione satellitare e che parimenti lo spandiconcime sia adeguatamente predisposto. Da questo punto di vista, si prestano bene i trattori e le attrezzature ISOBUS compatibili, che permettono di semplificare il controllo e la gestione dello spandiconcime con un unico terminale a bordo del trattore, senza essere costretti ad installare centraline aggiuntive.
Proprio in quest’ottica si rivolge l’attenzione di Terrepadane Macchine che ha introdotto in gamma una serie di mezzi dotati di queste tecnologie innovative: «Siamo molto attenti alla sostenibilità ambientale – afferma Giorgio Mazzoni, Responsabile Macchine del Consorzio Terrepadane – senza perdere di vista la massimizzazione delle produzioni dei nostri agricoltori». «Queste tecnologie – continua Mazzoni – rappresentano una rivoluzione che stiamo vivendo in agricoltura e che avranno i loro effetti nel breve periodo; sono notevolmente efficaci e permettono di mantenere un elevato livello di produttività delle colture». Grazie alla progressiva diminuzione dei costi dei dati telerilevati, la distribuzione “di precisione” dei concimi è ormai diventata una realtà consolidata; sul mercato sono disponibili da qualche tempo diversi modelli di spandiconcime che lavorano a rateo variabile in relazione alla rilevazione della produttività della coltura precedente. Oggi però si va oltre: la distribuzione differenziata ora si basa su dati rilevati in tempo reale, valutando lo “stato di salute” della coltura in atto, a partire dagli aspetti nutrizionali, i fabbisogni idrici, lo stato sanitario. Grazie all’analisi della radiazione solare riflessa dalla coltura nella gamma dell’infrarosso, è possibile risalire ai reali fabbisogni delle piante anche su minime zone dell’appezzamento, rilevando i dati necessari sia con sorvoli a bassa quota (con aerei, elicotteri o droni dotati di GPS e fotocamere dedicate), sia con rilevamenti satellitari specifici (con dispositivi che sorvolano la Terra a qualche centinaio di chilometri di altezza) che sono in grado di misurare ad esempio il fabbisogno di azoto su superfici anche di pochi metri quadrati. Un’ulteriore opzione riguarda l’analisi spettrale in tempo reale, con appositi sensori ottici collocati su mezzi applicati sulla parte anteriore del trattore: per mezzo della rilevazione della riflettanza sulla coltura, una centralina dedicata pilota lo spandiconcime a lavorare a rateo variabile.
«L’impatto regolatorio che sta riducendo la disponibilità di molti principi attivi spingerà sempre di più verso l’uso di prodotti low risk, integrati con prodotti della chimica tradizionale e sistemi di distribuzione con modalità tali da permettere la salvaguardia dell’ambiente naturale e dell’uomo – commenta Dante Pattini, Direttore Generale di Terrepadane. «Il tutto assicurando contemporaneamente anche la sostenibilità economica, attraverso una forte riduzione dei quantitativi richiesti per unità di superficie».

TERREPADANE MACCHINE, CON LA TECNOLOGIA 4.0 PIU’ COMPETITIVITA’ ALLE IMPRESE

Il dato che emerge in modo significativo è l’aumento di oltre il 50% delle vendite di trattori ed attrezzature agricole: si osserva infatti un raddoppio del fatturato rispetto all’anno precedente, il consolidamento delle quote di mercato nel piacentino ed un aumento di vendite nel lodigiano e nel milanese. Tale dato è figlio della fiducia da parte degli agricoltori verso i marchi commercializzati dal Consorzio, ovvero New Holland e Case IH, ma anche delle agevolazioni messe a disposizione dalla legge come il credito d’imposta.
«In questo anno abbiamo assistito ad un grande impulso nelle vendite di macchine legate all’agricoltura 4.0 (ossia la tecnologia che punta a divenire sostenibile e “intelligente”, utilizzando le informazioni per produrre di più e meglio, riducendo i passaggi e inquinando meno) – afferma Giorgio Mazzoni, Responsabile del Settore macchine agricole -. Pensiamo che nei prossimi anni questo fenomeno verrà indirizzato verso quelle macchine specializzate e specifiche per ogni realtà aziendale. Inoltre anche le attività di supporto e assistenza diventeranno fattori imprescindibili dalla vendita dei macchinari e in proposito stiamo mettendo a punto una serie di iniziative legate ad un rafforzamento della ricambistica e dell’assistenza presso i nostri clienti».
Nel corso del 2021 la domanda di meccanizzazione ha continuato a crescere e nei mesi finali si prevede un consolidamento dell’aumento delle vendite legate all’agricoltura di precisione 4.0.
Anche dai recenti incontri avvenuti in occasione dell’Eima di Bologna, Fiera Internazionale della meccanizzazione agricola che si è chiusa ieri a Bologna  è emerso che la tecnologia applicata all’agricoltura  rivestirà un ruolo sempre più importante e di conseguenza, aumenterà la richiesta di competenza e specializzazione a tutti i livelli rispetto al 4.0.
«Gli obiettivi di Terrepadane si muovono proprio In questa direzione – spiega Gian Battista Capoferri, Coordinatore Parts & Service e Responsabile dei sistemi satellitari del Consorzio -, ossia mettere in connessione continua il lavoro dei campi con la gestione amministrativa e strategica dell’azienda. Non a caso, il numero di prodotti che abbiamo inserito nel nostro servizio postvendita è in continua crescita e ad oggi siamo in grado di proporre ai nostri clienti una vasta gamma di soluzioni per il precision farming, che si adatta alle diverse esigenze aziendali, partendo dai sistemi di guida semi-automatica fino ad arrivare ad un controllo completo di tutti i mezzi tecnici in azienda grazie soprattutto alla tecnologia ISOBUS».
Capoferri spiega anche che oggi i livelli di interconnessione e capacità di trasmissione e condivisione tra le diverse soluzioni è notevolmente migliorato rispetto al passato: <durante quest’anno con Eugenio Migliorati abbiamo attivato oltre 100 impianti partendo dalle macchine da raccolta (mietitrebbie, trinciatrici, imballatrici), fino ai trattori, sempre del gruppo CNH, per arrivare alle relative attrezzature, Kuhn in primis».
Oggi le aziende sono in grado – sia attraverso foto satellitari archiviate in portali dedicati, che direttamente sul campo con un trattore dotato di un’antenna satellitare -, di mappare e memorizzare tutti i loro campi. Attraverso questa tecnologia per ogni campo vengono registrate tutte le operazioni colturali nei minimi dettagli (semina, distribuzione dei prodotti fitosanitari, concimazione, raccolta) e questo consente all’agricoltore di disporre di un archivio storico completo su cui potrà contare al momento di operare scelte aziendali strategiche. Inoltre, ovviamente, il controllo di ogni operazione consente un utilizzo mirato di tutti i fattori di produzione, in un’ottica di sostenibilità, ma anche di attenzione ai costi. In aggiunta, grazie a questo continuo dialogo tra macchina a computer, è anche possibile monitorare le performances del trattore nelle diverse condizioni. In futuro questi strumenti verranno implementati su tutti i mezzi per avere un quadro aziendale completo.
«Nell’ottica della massimizzazione delle produzioni, si rende necessaria la scelta di tecnologie efficienti, di facile utilizzo e che minimizzino gli errori – commenta Dante Pattini, Direttore Generale di Terrepadane. La maggior parte delle aziende agricole – continua – ha accolto con entusiasmo queste innovazioni tecnologiche perché permettono di risparmiare tempo e ridurre gli sprechi, ma la formazione degli operatori del settore e degli agricoltori sarà fondamentale nel futuro e determinerà il successo dell’agricoltura di precisione».
Per il futuro Terrepadane sta pensando di rafforzare le proprie partnership con i fornitori, al fine di creare sinergie per portare benefici economici alle aziende agricole e soprattutto porre attenzione alla sostenibilità ambientale ed economica delle diverse tecniche produttive.
E’ ormai chiaro che in agricoltura le leve del successo (ottenere il miglior risultato produttivo con il minor impiego di risorse) saranno da un lato, l’impiego della miglior tecnica agronomica e dall’altro, quello della più adatta tecnologia meccanica.
Per far questo il Consorzio continuerà con decisione a perseguire la politica di assistenza e di affiancamento tecnico e tecnologico alle aziende agricole.

RINCARO FERTILIZZANTI, LE SOLUZIONI DI TERREPADANE

<Ancora una volta – esordisce Piero Repetti, responsabile settore fertilizzanti del Consorzio Terrepadane – ci accorgiamo che le dinamiche dei mercati internazionali ci vengono a bussare a casa. Il costo dell’urea, prodotto di riferimento per l’apporto di azoto, è aumentato del 120% rispetto a questa primavera. Un rincaro dovuto sia all’aumento del costo dell’energia, che di quello dell’ammoniaca, tanto che l’unico produttore italiano ha deciso di chiudere lo stabilimento per un mese in attesa degli sviluppi del mercato. Stessa sorte per le fonti di fosforo e di potassio, il cui costo è aumentato rispettivamente del 75% (fosfato biammonico) e del 60% (cloruro potassico). Inoltre, da non dimenticare, il trend è reso ancora più rigido dalla crescita dei costi dell’imballaggio e del trasporto che incidono in modo generalizzato su tutte le tipologie di fertilizzanti».
Per far fronte a questa situazione di rincari delle unità fertilizzanti, che sta guadagnando per la sua gravità, l’attenzione dei media economici nazionali, il Consorzio Terrepadane si è attrezzato dal punto di vista logistico, provvedendo a stoccare riserve in misura maggiore rispetto al passato; sul fronte tecnico invece, i tecnici del Consorzio hanno messo a punto strategie di concimazione che hanno come obiettivo quello di migliorare l’assimilabilità delle unità fertilizzanti, utilizzando prodotti più efficienti in questo senso, in modo da ridurre l’incidenza del costo della materia prima.
Su questa scia, il consiglio è sempre di più quello di utilizzare prodotti organo-minerali, a cessione controllata oppure fertilizzanti liquidi di cui Terrepadane è diretta produttrice già da qualche anno grazie alla fabbrica Multiliquid di Fiorenzuola.
«Ci aspettiamo che i costi di fosforo e potassio per le concimazioni di fondo, rimangano relativamente costanti fino agli inizi dell’anno prossimo – commenta Dante Pattini, Direttore Generale del Consorzio – mentre per i produttori di pomodoro piacentini siamo in grado di garantire la disponibilità dei prodotti utilizzando tutto il nostro know-how tecnico in modo da ridurre al massimo l’impatto sul costo ad ettaro di questi forti aumenti di prezzo».

AGRIGENIUS: LA TECNOLOGIA INNOVATIVA A SUPPORTO DELLE SCELTE OPERATIVE IN VIGNETO

In questa scia si inserisce una nuova proposta di Terrepadane al settore vitivinicolo: Agrigenius Vite, una piattaforma che tramite sensori posizionati in campo, interagendo con diverse fonti di informazioni raccoglie in modo continuo dati complessi su tutti gli aspetti del vigneto, li rielabora e li converte in consigli e in alcuni casi in vere e proprie allerte.
<Questo sistema – spiega Luca Bricchi, tecnico agronomico di Terrepadane – è già stato acquisito da alcune aziende del piacentino, come l’Azienda il Ghizzo di Leonardo Guglielmetti nella zona di Ponte dell’Olio>. <Proposto in abbinamento ad una capannina meteorologica> – afferma Guglielmetti – Agrigenius mi permette di avere continuamente sotto controllo tutto il processo produttivo in un confronto tra le pratiche colturali e le risposte delle piante che consente di intervenire in tempo reale con correzioni e adattamenti in funzione delle diverse esigenze>. <Infatti – precisa Bricchi – le informazioni fluiscono continuamente tra il vigneto e Agrigenius Vite che grazie a tecniche avanzate di modellistica e big data, interpreta i dati e fornisce all’agricoltore e al tecnico un quadro sempre aggiornato della situazione in campo>.
Attraverso questo strumento è insomma possibile monitorare lo sviluppo e le condizioni del vigneto, consultare le previsioni meteo fino a sette giorni, gestire il bilancio idrico, ma anche calcolare il livello di protezione dei trattamenti effettuati e tracciare ogni tipo di operazione tramite il registro dei trattamenti. Inoltre, l’agricoltore riceve allerte di rischio avversità sia di gelo che di alte temperature.
<Questo sistema – sintetizza Davide Vercesi, Area Manager e Responsabile Articoli Vigneto di Terrepadane – rappresenta un’applicazione estremamente concreta di agricoltura di precisione e si inserisce in un quadro di interventi in vigneto che puntano a rendere la produzione più sostenibile, razionalizzando anche gli input e puntando ad un miglioramento della qualità del prodotto e nel medio periodo anche ad una razionalizzazione dei costi di produzione. Come Terrepadane da sempre sposiamo queste impostazioni e quindi in collaborazione con Basf, proponiamo questo prodotto ai nostri clienti proprio con la finalità da un lato di valorizzare le produzioni di qualità che caratterizzano la vitivinicoltura del nostro territorio, dall’altro di incidere positivamente sui bilanci delle nostre aziende, introducendo tecnologie d’avanguardia con cui mettere ancora più a valore la professionalità degli agricoltori>.
“È un sistema – conclude Vercesi – che non sostituisce la presenza dei nostri tecnici all’interno dell’azienda, ma al contrario costituisce un valido supporto che aumenta la professionalità del nostro servizio di assistenza tecnica”

NOCCIOLO, VANTAGGI DA COGLIERE CON TERREPADANE E LUSUCO

«La mia azienda agricola – ha spiegato Milani – coltiva circa 10 ettari a nocciolo oltre a cereali e colture industriali. Abbiamo deciso di dedicare una parte dell’azienda al nocciolo nell’ambito del progetto Ferrero viste le difficoltà che stanno vivendo molte colture sul piano economico per la sempre più agguerrita concorrenza mondiale che causa andamenti imprevedibili nelle quotazioni dei nostri raccolti. Invece, grazie al progetto Nocciola Italia, conosciamo in maniera trasparente i meccanismi che determinano la remunerazione della produzione di nocciole: in questo modo possiamo impostare la programmazione nel lungo periodo, computando precisamente i costi e valutando la redditività che l’azienda agricola potrà avere. Rimane la variabile produttiva, ma questo aspetto non ci preoccupa perchè ci avvaliamo dell’assistenza tecnico-agronomica che Terrepadane ci mette a disposizione all’interno della filiera, partendo dai mezzi tecnici fino ai più evoluti sistemi di fertirrigazione».
Il nocciolo è una pianta di grandissima tradizione e vanta radici storiche molto profonde, che probabilmente risalgono a oltre 10mila anni fa: la sua coltivazione in Italia risale all’epoca romana.
Del resto l’Uomo ha fin dalla preistoria apprezzato le doti del nocciolo, attribuendogli anche poteri magici (come quello ad esempio di sfuggire ai fulmini): il frutto dotato di pericarpo, di facile conservazione, è stato utilizzato nell’alimentazione per il suo valore nutritivo.
L’Italia è il secondo paese produttore di nocciole dopo la Turchia (oltre 430.000 ha), con una superficie ormai prossima a 90.000 ettari con un incremento di circa il 15% negli ultimi 10 anni.
Anche il territorio padano può essere idoneo alla corilicoltura: con una corretta gestione agronomica ed un sufficiente apporto irriguo si possono raggiungere produzioni di elevata qualità. «Con l’azienda agricola Milani – afferma Luca Bricchi – siamo partiti con un’accurata analisi del terreno per capire come gestire al meglio la coltivazione; l’analisi del terreno è infatti fondamentale per definire la nutrizione, l’irrigazione come pure il sesto d’impianto e le varietà».
Marco Cappelli, Responsabile Cereali e Filiere di Terrepadane illustra i vantaggi del contratto di coltivazione del nocciolo: «Per noi di Terrepadane è importante lavorare con partner di rilievo perché rappresentano garanzia di qualità e di redditività per le Aziende Agricole. Attraverso i nostri contratti di coltivazione, infatti, cerchiamo sempre di far applicare il miglior protocollo agronomico per ottenere produzioni di qualità; garantendo l’impiego delle buone pratiche agricole si ottiene una corretta sostenibilità sia ambientale che economica».
Del resto, i primi risultati del progetto si rivelano molto incoraggianti: «Siamo soddisfatti – afferma Tiziano Gatti della Cooperativa Lusuco – perché la coltivazione è partita anche a Pavia e Parma ed abbiamo parecchie nuove aziende interessate; riteniamo che questa azienda piacentina sia un’importante vetrina per altre potenziali realtà sia collinari che pianeggianti. Come Lusuco abbiamo sposato da subito il progetto Ferrero insieme a Terrepadane per proporre un’alternativa alle aziende agricole. Certo, si parla di medio/lungo periodo, in quanto la produzione dei noccioli diventa consistente dopo il 5° anno e prosegue per altri 25/35 anni, ma il fatto di avere una garanzia di remunerazione derivante da un accordo di filiera, rappresenta una garanzia per il reddito, o meglio, per una parte di reddito futuro per le aziende.”

MACCHINE AGRICOLE ANCORA PROTAGONISTE PER LO SVILUPPO

<In questo anno 2021 – chiarisce Mazzoni – la domanda di meccanizzazione ha continuato a crescere: il settore primario anche durante la pandemia, non si è mai fermato e nel 2021 siamo ripartiti prima di altri settori, grazie anche al sostegno di incentivi e credito d’imposta che hanno accelerato il bisogno di aggiornamento del parco macchine in uso. Nei mesi finali di questo anno prevediamo un consolidamento dell’aumento delle vendite legate all’agricoltura di precisione 4.0, mentre stiamo progettando una serie di attività di informazione e promozione riservate alle aziende interessate alla meccanizzazione basata sulla corretta gestione dell’azienda agricola, sull’impiego adeguato delle risorse e sul basso impatto ambientale>.

La meccanizzazione è ormai la frontiera d’avanguardia dell’agricoltura moderna: quali sono le relazioni tra meccanizzazione e sviluppo del settore anche in un’ottica di transizione ecologica?

<Ritengo che la meccanizzazione ritornerà ad avere un ruolo fondamentale nello sviluppo agricolo di un territorio, anche in considerazione delle nuove politiche agrarie improntate alla riduzione degli input chimici al suolo. Proprio la meccanizzazione dovrà pertanto colmare il vuoto che si verrà a creare nell’utilizzo dei mezzi tecnici agronomici e per far questo occorrerà acquisire competenze e condividere ed interpretare sempre di più i dati che i mezzi tecnologici (mappatura di coltivazioni e terreni) ci metteranno a disposizione. Pensiamo inoltre che avranno grande diffusione tutti quei macchinari a ridotto impatto ambientale deputati a preservare l’ecosistema agrario>.

Quale è il livello di meccanizzazione della provincia di Piacenza?

<Nella nostra provincia assistiamo a due livelli di agricoltura: quella altamente specializzata di pianura legata alla coltivazione del pomodoro, delle colture agrarie industriali e all’allevamento intensivo, dove le macchine di alta potenza e ad elevata tecnologia hanno un ruolo primario e quella meno specializzata di collina e montagna legata ad un minore sfruttamento del territorio e caratterizzata da macchine meno tecnologiche. In questo quadro prevediamo però, per il futuro un’espansione della tecnologia senza limitazioni in tutte le aziende: ad esempio, per le aziende viticole prevediamo un grande impulso alla meccanizzazione nella raccolta per i prossimi anni>

Quali sono le prospettive del comparto macchine nel medio periodo?

<In questo anno abbiamo assistito ad un boom nelle vendite di macchine legate all’agricoltura di precisione anche grazie al prezioso lavoro del team di Terrepadane Macchine: pensiamo che nel breve periodo questo fenomeno verrà indirizzato verso quelle macchine specializzate, specifiche per ogni realtà aziendale. Inoltre anche le attività di supporto e assistenza diventeranno fattori imprescindibili dalla vendita dei macchinari e in proposito stiamo mettendo a punto una serie di iniziative legate ad un rafforzamento della ricambistica e dell’assistenza presso i nostri clienti>.

Come vivono gli agricoltori in generale e quelli piacentini in particolare il rapporto con l’innovazione tecnologica?

<I passi fatti sono enormi, ma quelli da fare sono ancora tanti. La differenza si nota soprattutto tra aziende medio grandi, più pronte ad investire in un’ottica futura e piccole realtà meno predisposte a compiere il passo tecnologico. Noi riteniamo che la formazione degli operatori del settore e degli agricoltori sarà fondamentale nel futuro e determinerà il successo dell’agricoltura di precisione. In questa ottica assumono sempre più valore le attività formative che offrono competenze specifiche a tutto il settore>.

TERREPADANE: SEMESTRALE POSITIVA E FATTURATO IN CRESCITA

Gli scorsi giorni il Consiglio di amministrazione di Terrepadane ha approvato i conti della relazione semestrale 2021; oltre all’andamento positivo dei settori del Consorzio, l’analisi del fatturato dei primi sei mesi dell’anno fa registrare una crescita di circa 110 milioni di Euro.
<<Siamo molto soddisfatti – afferma Dante Pattini, Direttore generale del Consorzio – perché siamo reduci da un periodo difficile di pandemia che ci ha visto comunque crescere e i risultati che emergono dalla semestrale e dal fatturato positivo, sono un segnale non solo di continuità ma evidenziano anche un trend in continuo aumento. Noi, infatti, non ci siamo mai fermati continuando a servire i nostri soci permettendo loro di proseguire con il loro lavoro>>.
Le strategie messe in atto da Terrepadane sono ben evidenti nei dati della semestrale: il settore fertirrigazione e quello della produzione dei concimi liquidi hanno consolidato i risultati dello scorso anno, segnale che l’offerta proposta ha risposto in modo propositivo alle esigenze dei clienti. Sempre più piede sta prendendo l’automazione 4.0, introdotta da Terrepadane nei campi di pomodoro piacentini: con questi sistemi è possibile comandare l’accensione delle pompe di irrigazione, motopompe, pompe elettriche, aprire e chiudere idrovalvole, leggere i dati dei sensori. In pratica in questo modo si può risparmiare tempo, ottenere dati accurati e sistematici a supporto della gestione agronomica della coltura nell’ottica di ridurre l’impatto ambientale e contribuire al contenimento dei costi di produzione.
Tra i servizi maggiormente apprezzati dal mondo agricolo, spicca quello della gestione dei Quaderni di Campagna il cui numero è aumentato del 10% rispetto a quello dello scorso anno con un incremento significativo che si è registrato soprattutto nelle zone viticole.
Sul fronte delle assicurazioni in agricoltura, Capsa, società controllata al 100% da Terrepadane, ha superato circa 50 milioni di euro di valore assicurato per quanto riguarda la polizza grandine con una crescita importante rispetto al 2020.
Il risultato che emerge in modo considerevole dalla relazione è l’aumento dell’88% registrato dal settore macchine agricole: si osserva infatti un raddoppio del fatturato rispetto all’anno precedente, il consolidamento delle quote di mercato nel piacentino ed un aumento di vendite nel milanese: tale dato è figlio della fiducia da parte degli agricoltori verso i marchi distribuiti dal Consorzio, ovvero New Holland e Case IH, ma anche delle agevolazioni messe a disposizione dalla legge.
Bilancio molto positivo per la campagna di ritiro cereali di Terrepadane, che nel 2021 ha significato oltre 50mila tonnellate di cereali autunnali (grano duro e tenero e orzo) in provincia di Piacenza, Milano/Lodi, Pavia, Bergamo, segnando una crescita superiore al 30% rispetto allo scorso anno.
Il 2021 è stato molto interessante anche per quanto concerne il biologico: queste coltivazioni che sono tipicamente concentrate in collina, stanno dando molte soddisfazioni: per quest’anno ci si aspetta ancora di ritirare 5mila tonnellate. <L’ottima campagna agraria del ritiro cereali – afferma Marco Crotti, Presidente di Terrepadane – testimonia come i contratti siano sempre uno strumento fondamentale per affiancare e indirizzare l’azienda agricola nella scelta delle varietà da seminare, nelle tecniche agronomiche da adottare e nella vendita dei cereali al fine di valorizzare le produzioni offrendo anche una remuneratività sicura agli agricoltori e quindi contribuendo a migliorare la loro programmazione strategica. La percezione di questi aspetti fondamentali ha quindi favorito l’aumento dei conferimenti di cereali anche da parte di chi non aveva mai conferito prima di oggi”.

Macchine Agricole: Giorgio Mazzoni alla guida del settore per creare nuove sinergie

52 anni di età di cui 22 all’interno del settore agronomico del Consorzio Agrario: dal 1° Agosto Giorgio Mazzoni ricoprirà il ruolo di Responsabile del settore Macchine, forte anche del percorso che lo ha visto assumere crescenti responsabilità ed avviare importanti progetti (come il plant Multiliquid di Fiorenzuola D’Arda inaugurato nel 2017).
“Sono orgoglioso di accogliere questa sfida e questa opportunità che Terrepadane mi ha concesso e attraverso questo mio nuovo ruolo, cercherò di creare maggiori sinergie tra i settori Macchine, Agronomico e Zootecnico con l’obiettivo di condividere maggiormente le informazioni e migliorare sempre di più i servizi di assistenza e ricambi ai nostri soci e clienti” dichiara Giorgio Mazzoni.
“In un contesto in crescita come il settore Macchine agricole dove le opportunità commerciali più tradizionali si fondono con i recenti investimenti nell’innovazione, crediamo che la connessione tra i settori vada nella direzione di aumentare la produttività e la redditività dei nostri clienti” – afferma Dante Pattini, Direttore Generale del Consorzio. “Si tratta – continua – di una visione del settore che non abbiamo ancora sviluppato completamente ma che ormai rappresenta il futuro delle Macchine Agricole attraverso le sfide del momento come la sostenibilità ambientale, l’automazione, il precision farming e la digitalizzazione”.