Tecnologia in campo, fattore strategico di successo

Raven, infatti, sta aprendo nuovi orizzonti nell’agricoltura digitale, nelle tecnologie di precisione e nei sistemi autonomi, mettendo in modo concreto l’innovazione al lavoro sul campo.
In particolare, – spiegano da Terrepadane – attraverso queste soluzioni gli agricoltori possono raggiungere maggiore efficienza, redditività e sostenibilità, investendo in livelli crescenti di automazione agricola e fronteggiando le problematiche di reperimento e gestione della mano d’opera.
“La Soluzione Raven Autonomy – chiarisce Gian Battista Capoferri, coordinatore attività Officine e Assistenza satellitari – per la lavorazione del terreno senza conducente si abbina alle piattaforme di trattori CNH per offrire una proposta che si produce in una maggiore produttività, già realtà negli USA ne attendiamo l’omologazione e l’arrivo in Europa.”
Gli utenti possono pianificare ed eseguire con sicurezza lavori di lavorazione del terreno precisi, con risultati agronomici costanti.
In particolare, questa tecnologia si rivela molto utile nelle operazioni di raccolta dei cereali:
“La tecnologia – continua Capoferri – sincronizza il percorso e la velocità del trattore durante un’operazione di “scarico in movimento”, utilizzando il segnale GPS più preciso del mercato. In definitiva, la soluzione Driver Assist Harvest semplifica la complessità delle operazioni di raccolta, offrendo agli operatori la massima tranquillità con la semplice pressione di un paio di pulsanti”.
Capoferri, reduce da un corso di aggiornamento, che si è svolto lo scorso giugno a Hoorn (Olanda), sede europea di RAVEN, puntualizza come vadano segnalati, oltre ai software di guida con funzionalità avanzate, ma di semplice utilizzo dei display CR7 e CR12 anche altri prodotti interessanti. Tra questi, Raven VSN (Visual Guidance System) sistema di guida ottica tra le file che permette, anche in abbinamento al GPS, di controllare sia la guida del trattore, che svariati tipi di guida attrezzo (DISC STEERING, STEERING REAR WHEELS, SIDE SHIFT STEERING, MOVABLE HITCH STEERING, DRAWBAR STEERING, PLOUGH STEERING). Il tutto con l’obiettivo di ottenere una lavorazione precisa anche in condizioni in cui il solo GPS non è sufficiente.
Inoltre, Raven HAWKEYE PWM e Sidekick PRO, sono prodotti per irroratrici che permettono di ridurre al minimo l’utilizzo di fitofarmaci ottimizzando la distribuzione sul campo riducendo errori e tempi di lavoro.
“Infine, – continua il tecnico – va menzionato Augmenta MANTIS, una piattaforma hardware VRA basata su fotocamera e intelligenza artificiale da montare sul tetto del trattore per leggere lo stato vegetativo delle piante (in futuro anche altre funzioni intelligenti). Questa tecnologia – che sarà presentata a novembre in Germania alla fiera Agritechnica di Hannover – è in grado di creare ed utilizzare in tempo reale una mappa di prescrizione, che viene trasmessa tramite ISOBUS all’attrezzatura a rateo variabile quali spandiconcime o irroratrici ecc.”
Giorgio Mazzoni, Responsabile macchine di Terrepadane aggiunge: “Terrepadane orgogliosa del sodalizio ultracentenario con il gruppo CNH, investe continuamente in innovazione aggiornandosi sul progresso tecnologico e sui prodotti da proporre alle aziende agricole puntando, come sempre, su prodotti efficienti e di qualità”.

Fonte: Libertà

Campagna cereali: record di raccolta

Bene anche la risposta degli orzi con 40/45 quintali per ettaro a seconda delle zone di produzione. Per quanto riguarda nello specifico il grano duro, dopo 2 annate di assenza, si è riproposto il problema della volpatura con ripercussioni, in alcuni casi importanti, sulla qualità e quindi sulla valorizzazione del prodotto.
Nel frattempo, sono partite anche le prime quotazioni della Borsa Merci di Bologna e di Milano. Un primo segnale incoraggiante si può cogliere sul grano duro che, partito sui livelli delle ultime quotazioni della scorsa campagna, ha segnato subito un + 25 € a tonnellata. Bene anche le prospettive sui teneri e sugli orzi di alta qualità.”
Il Consorzio riveste da sempre un ruolo strategico sul territorio nelle Filiere Galbusera e Barilla; questi contratti riconoscono premialità importanti legate alla qualità del prodotto e creano valore per le aziende agricole.
Riguardo la filiera del biologico, questa si conferma strategica per Terrepadane come dimostra il centro di raccolta a Rizzolo completamente dedicato.
“In merito all’attività di raccolta presso i nostri centri – afferma Dante Pattini, Direttore generale di Terrepadane – si sta concludendo una campagna record per noi. Ad oggi le quantità delle diverse tipologie di cereali raccolte hanno raggiunto un totale di circa 60 mila tonnellate, quantità che non hanno precedenti nella storia degli ultimi anni. Piacenza si è confermata la provincia con i maggiori quantitativi, ma è importante sottolineare il raddoppio delle quantità raccolte nelle province di Milano e Pavia. Questo è un segnale di grande fiducia verso la nostra cooperativa vista sempre più come riferimento sia a Piacenza che nelle province limitrofe e per questo ringraziamo tutti i nostri conferenti”.

Fonte: Libertà

Piralide del mais: da Terrepadane le strategie di difesa

<Come è noto, – spiega Paolo Conti, Area Manager di Terrepadane – il ciclo biologico dell’insetto si caratterizza per due – a volte anche tre – generazioni, ma è la seconda quella più nefasta, è pertanto questa la fase in cui è fondamentale intervenire>.
Infatti, spiega l’esperto, le larve di seconda generazione scavano delle vere e proprie gallerie nei culmi del mais e così facendo portano all’indebolimento ed allo stroncamento della pianta, con inevitabili e notevolissime perdite produttive; con la rosura delle cariossidi inducono inoltre un preoccupante danno qualitativo alla spiga. Va sottolineato come lo stress fisiologico subito dalla pianta predisponga il mais all’insediamento di alcuni patogeni fungini, soprattutto quando si generino situazioni climatiche ad essi favorevoli: tra questi è certamente temibile il genere Fusarium, favorito da annate umide e piovose, che è fonte di pericolose micotossine quali le Fumonisine ed il DON; mentre in condizioni di alte temperature e siccità il mais colpito dalla piralide è certamente più predisposto all’attacco dell’Aspergillus, che porterà  ad un elevato livello di aflatossine, le micotossine più problematiche nella gestione dell’alimentazione degli allevamenti di vacche da latte.
<In questo quadro – continua Conti – si capisce quanto sia utile abbinare al trattamento insetticida contro la piralide anche un prodotto ad azione fungicida, in modo da contenere lo sviluppo dei funghi sopracitati e rendere l’ibrido più resiliente. Trovo opportuno ricordare che quest’anno c’è molto più mais di seconda epoca in successione ai cereali a paglia ed ai miscugli destinati a trinciato: le maggiori superfici coinvolte impongono quindi massima attenzione al controllo della piralide in quanto è evidente e risaputa la maggior suscettibilità della coltura che viene seminata a fine maggio/giugno.
Fortunatamente il mais si presenta molto bene, la campagna mostra un notevole potenziale produttivo – la pioggia è stata copiosa e abbiamo a disposizione l’acqua per irrigare – e quindi ha davvero senso, anzi è auspicabile, investire risorse verso trattamenti antipiralide, anche perché nelle nostre zone il trinciato di mais costituisce la base foraggera più importante per l’alimentazione della bovina da latte, nonché per i sempre più diffusi impianti di biogas: il mais è infatti diventato, a pieno diritto, il cardine delle nostre filiere agroalimentari ed agroenergetiche>

I prodotti

I formulati proposti dalle Società agrochimiche per contrastare la piralide sono sostanzialmente caratterizzati dall’associazione di due molecole a diverso meccanismo d’azione.
<Un principio attivo – spiega Conti – è particolarmente indicato ed efficace da quando avvengono le prime ovideposizioni, situate sulla pagina inferiore delle foglie intorno alla spiga e sul culmo: controlla infatti molto bene le larve appena schiuse. La seconda molecola invece, (uno dei classici e consolidati piretroidi) agisce contro le larve più mature; va ricordato che con questa seconda molecola andiamo ad agire anche sugli eventuali adulti di diabrotica, così da limitare la popolazione delle femmine che andranno a deporre nel terreno le uova svernanti, otteniamo quindi una rassicurante e completa difesa fino alla raccolta>.
L’esperto sottolinea l’importanza delle corrette tempistiche e modalità applicative: ossia non solo in funzione della fase fenologica del mais, ma anche e soprattutto sulla base di un attento monitoraggio del volo degli adulti, che permetta di mettere a punto un modello previsionale sulla base del quale individuare il momento più adatto per l’intervento. Inoltre, attraverso la tecnologia di distribuzione – ossia le irroratrici semoventi, i cosiddetti trampoli – si riesce a calibrare la quantità di acqua necessaria a bagnare uniformemente la massa fogliare e diventa possibile e vantaggioso unire ai fitofarmaci uno specifico concime liquido, meglio se biostimolante. Non solo: è indicatissimo anche aggiungere un prodotto correttore del pH ad azione acidificante in quanto la durezza dell’acqua delle nostre terre interferisce negativamente sulla buona efficacia del trattamento.

 

Fonte: Libertà