Nel Piacentino sono quasi 8mila gli ettari dediti a grano duro. A introdurre gli interventi è stato il direttore di Terrepadane Dante Pattini. “Crediamo nella filiera – ha affermato – perché vogliamo valorizzare al meglio le produzioni dei nostri soci. Nello specifico, mai come quest’anno nel settore dei cereali autunnali – grano duro, tenero e anche biologico – ci siamo impegnati per offrire contratti di coltivazione con condizioni particolarmente vantaggiose per i nostri agricoltori. E’ uno sforzo unico e importante che rispecchia la mission alla base del Consorzio da sempre, quella di riconoscere il ruolo fondamentale dei coltivatori. Le partnership di medio-lungo periodo che costruiamo con le industrie leader nel mercato nascono quindi con la finalità di offrire alle aziende agricole sbocchi commerciali sicuri con prezzi trasparenti e in linea con il mercato e con accordi che premiano la qualità del prodotto”. Forte l’impegno anche nell’innovazione: “Stiamo portando avanti un rinnovamento sia nelle tecniche colturali sia nelle scelte varietali. La ricerca va avanti e noi vogliamo essere sempre all’avanguardia. Oggi ci sono varietà che rispondono meglio ed è importante che gli agricoltori ne siano consapevoli per sfruttare al meglio tutte le opportunità. E credo che oggi Terrepadane sia l’unico soggetto in grado di portare avanti progetti completi, che valorizzino la nostra agricoltura come modello di sostenibilità”. Da anni sta crescendo l’interesse per il biologico: «C’è un impegno specifico da parte di Terrepadane sul biologico – ha detto Pattini -. Abbiamo disciplinari e contratti ad hoc».
Al tavolo dei relatori – oltre agli esperti Terrepadane Paolo Guardiani, responsabile assicurazione qualità, Giorgio Mazzoni, responsabile agronomico e Marco Cappelli, responsabile cereali e mangimi – sono intervenuti Emilio Ferrari, responsabile degli acquisti di grano duro e semola di Barilla e Vittorio Rossi, docente dell’università Cattolica. Il grano – ha concluso il presidente di Terrepadane Marco Crotti – è in assoluto la prima coltura del territorio piacentino, in termini di superfici ad essa dedicate. La sfida di Terrepadane è quindi valorizzarla, anche come modello di sostenibilità per portare un ritorno al reddito delle imprese agricole”. L’impegno di Terrepadane nel seguire tutta la filiera e promuovere la nostra agricoltura come modello di sostenibilità ha la finalità di portare un ritorno al reddito delle imprese agricole».
Proprio per valorizzare ancora la coltura, entro la campagna 2019 Terrepadane realizzerà una nuova struttura di stoccaggio nel polo di Rottofreno, con una capacità di 100mila quintali.