Terrepadane, successo per i contratti di coltivazione
Lo sa bene il Consorzio Terrepadane, che come sempre anche lo scorso autunno aveva proposto gli ormai collaudati contratti di coltivazione, riscuotendo ancor più successo tra gli agricoltori piacentini e non solo.
<Anche lo scorso autunno – spiega Marco Cappelli, responsabile cereali Terrepadane – abbiamo proposto i nostri contratti di coltivazione, stipulati con le più grandi aziende di trasformazione nazionali: da Barilla a Galbusera, passando per Saiwa, Mulino Bianco e molte altre. I contratti puntano, come è noto, a mettere gli agricoltori nelle migliori condizioni di lavoro e di pianificazione, potendo contare su un reddito di buon livello e su condizioni di pagamento sicure, a fronte di un disciplinare di produzione che ci permette di offrire alle aziende di trasformazione un prodotto di qualità>.
Anche quest’anno la risposta è stata molto buona: <i dati già lusinghieri del 2022 – continua l’agronomo – saranno sicuramente migliorati. Infatti, si stima un incremento del quantitativo ritirato per i cereali autunnali (frumento e orzo, per i quali nel 22 abbiamo ritirato rispettivamente 20mila tonnellate di tenero; 23mila di duro e 3mila di orzo): la prospettiva, al di là dei problemi di siccità, è di arrivare ad avere un + 15 – 20% del ritirato>
In particolare, tra i frumenti, Cappelli chiarisce che l’incremento maggiore dovrebbe essere sul tenero, rispetto al duro.
<In generale – aggiunge ancora il tecnico – possiamo dire che la campagna di adesione ai contratti di coltivazione ha avuto un andamento molto positivo, con un numero elevato di contratti sottoscritti (+5% rispetto al 22) e una performance molto positiva per il biologico (che già nel 2022 era andato bene con 5800 tonnellate di cereali bio ritirate)>.
Nel frattempo Terrepadane sta rafforzando la rete di centri di stoccaggio, con potenziamento soprattutto nell’area di Milano, Lodi, Pavia; mentre per il piacentino, già ben coperto, si punta ad un opera di consolidamento, anche con investimenti sulle strumentazioni di analisi.
<Infine, – conclude Cappelli – le semine primaverili attualmente in corso vedono in crescita gli investimenti a girasole e anche a soia. Il tutto a scapito del mais, che con questo andamento climatico continua a rimanere svantaggiato>.
Fonte: Libertà