Terrepadane: massimo impegno sui cereali per “salvare” la redditività
<I cerealicoltori stanno affrontando numerose sfide durante questa campagna, a cominciare dal clima; le piogge insistenti a partire da maggio e le temperature non troppo elevate, hanno portato alla comparsa di problematiche legate alla qualità dei prodotti (peso specifico basso, volpatura, DON) – afferma paolo Guardiani – Responsabile assicurazione qualità igiene e sicurezza alimentare di Terrepadane>.
In questo contesto di emergenza assume più che mai rilievo l’attività di ritiro svolta dal Consorzio Agrario Terrepadane nel quadro dei contratti di coltivazione che la cooperativa propone da anni per valorizzare le produzioni e per consentire agli agricoltori di fare scelte consapevoli.
< In questo momento – afferma Marco Cappelli, agronomo, responsabile cereali Terrepadane – abbiamo superato da poco la metà della campagna cereali e quindi abbiamo ritirato un po’ più del 50% del prodotto locale delle nostre province. In questa campagna, in termini numerici, abbiamo ritirato 300mila quintali di cereali e l’obiettivo è quello di arrivare a 450mila quintali.
Ora, considerate le numerose problematiche che sono emerse quest’anno, soprattutto in termini qualitativi, stiamo cercando di dividere i prodotti, in base alle varie caratteristiche merceologiche. Cappelli spiega che verranno elaborate valutazioni commerciali insieme ai principali mulini con i quali il Consorzio collabora.
<A questo proposito, abbiamo già avviato contatti con Barilla, Molino Grassi, Galbusera e le altre realtà con le quali lavoriamo da anni, al fine di comprendere l’utilizzo di questi prodotti, soprattutto quelli più particolari e formulare una valutazione economica>.
Passando ai tempi, l’agronomo chiarisce che entro fine mese si arriverà ad una definizione precisa della situazione, il che garantirà all’agricoltore di comprendere con precisione quanto sarà valutato il prodotto: <è chiaro che in un’annata come questa, i contratti di filiera assumono un valore ancora maggiore, anche perché mettono i produttori al riparo dalle possibili speculazioni. L’aspetto molto importante è rappresentato dal fatto che lavoriamo con partner consolidati che conoscono l’affidabilità delle aziende che producono e della cooperativa che ritira e dunque non mettono certo a repentaglio un rapporto che dura in molti casi da più di 10 anni per una stagione non del tutto positiva>.
I contratti di Coltivazione di Terrepadane
Caratterizzati da una tradizione ormai ventennale, i contratti di coltivazione proposti da Terrepadane rappresentano uno strumento professionale per indirizzare l’azienda agricola nella scelta delle varietà da seminare, nelle tecniche agronomiche da adottare e nella vendita dei cereali.
I contratti Terrepadane puntano a valorizzare la sostenibilità della produzione e impegnano i produttori con un disciplinare ben preciso a monte di un contratto di conferimento che lega la cooperativa alle maggiori aziende di trasformazione a partire da Barilla, fino a Galbusera e a molte altre alle quali viene conferito il prodotto. I contratti di coltivazione già da molti anni, visto il successo ottenuto per il grano tenero sono stati proposti anche per il duro (in collaborazione con i maggiori pastifici), per i cereali biologici, oltre che per altre colture
I contratti di filiera – che sono anche previsto dalla nuova Pac, che li individua come strumento fondamentale per migliorare l’efficienza delle filiere e favorire la competitività, fronteggiando l’eterna problematica della volatilità dei prezzi – garantiscono ai produttori un prezzo sicuro e competitivo, tempi di pagamento precisi, consentendo alle aziende agricole un’agevole programmazione.
Fonte: Libertà e Terrepadane