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I contratti di coltivazione di Terrepadane: un’“arma” per combattere la volatilità dei prezzi dei cereali

Sui contratti di coltivazione, Piacenza ha fatto in un certo senso scuola, grazie all’esperienza del Consorzio agrario Terrepadane, che tra i primi ha compreso le potenzialità di questi accordi che garantiscono alla parte agricola una redditività certa e a quella industriale un prodotto di qualità, caratterizzato al tempo stesso da una adeguata stabilità.
<L’ultima campagna di ritiro dei cereali è andata molto bene – spiega Marco Cappelli, responsabile cereali di Terrepadane, che per passare dalle parole ai fatti, snocciola numeri di tutto rispetto – L’aumento dei quantitativi ritirati è stato del 22% (+ 40% negli ultimi 5 anni) con trend positivi per tutte le tipologie di prodotto. Nel dettaglio: per il grano duro 25mila tonnellate ritirate, 30mila tonnellate tenero, orzo con il 64% in più dell’anno scorso quindi fino a circa 5mila tonnellate>.
Sulla scorta di questi numeri ovviamente anche la prossima campagna si presenta densa di aspettative: <Per le semine in corso (trebbiatura 2024) – continua Cappelli – proponiamo come sempre vari contratti con anche diverse novità. In particolare per il grano duro alta qualità destinato alla filiera Barilla sono state aggiunte diverse varietà, che ci sembrano molto interessanti. Dal punto di vista commerciale invece, abbiamo voluto dare una premialità maggiore e un acconto più alto a chi ci consegna il grano duro e decide di vendere tutto ad un prezzo medio dei listini (da luglio a marzo).
Cappelli spiega che anche sul fronte del frumento tenero sono state inserite nuove varietà per la filiera Mulino Bianco, mentre sono confermati da un lato il contratto Galbusera che quest’anno ha avuto molto successo e dall’altro i contratti per i grani di forza (Molino Grassi).
Nuove varietà anche nel capitolo del grano biologico e dell’orzo: inoltre per gli agricoltori di collina che coltivano il bio viene proposto anche un pagamento a pochissimi giorni (addirittura 20 giorni), che potrebbe rappresentare un’iniziativa molto interessante per fronteggiare i problemi di liquidità che purtroppo gravano sempre più spesso sulle piccole aziende.
Terrepadane inoltre realizza delle filiere pluriennali – sia per convenzionale che biologico – che permettono all’agricoltore di accedere ai contributi del Ministero dell’Agricoltura come quelli stanziati dal recente decreto 9 agosto 2023 uscito in Gazzetta il 21 settembre 2023 (GU n.221 del 21-9-2023)
<Con i contratti di coltivazione – spiega il presidente di Terrepadane Marco Crotti – diamo da sempre una risposta concreta agli agricoltori. Siamo ben consapevoli che oggi questi contratti – nei quali noi crediamo da molti anni – possono costituire un vero fattore strategico di successo per le aziende agricole: per questo stiamo lavorando per offrire un ventaglio sempre più ampio di opportunità per rispondere a tutte le esigenze delle aziende>.

Fonte: Libertà

PROSPETTIVE INTERESSANTI CON I CONTRATTI MAIS

Sul futuro della coltura pesano infatti le incertezze collegate all’andamento climatico e alla grande siccità: per fortuna però da parte del Consorzio Terrepadane arrivano proposte interessanti, sia con i contratti di coltivazione, che con il quinto bando Contributi di filiera, attuato nell’ambito del Piano di Ripresa e resilienza potrebbe portare un po’ di respiro.
<In questo quadro – spiega Marco Cappelli, responsabile cereali del Consorzio Terrepadane – si inserisce il nostro progetto mais PNRR, che prevede per i maiscoltori un impegno di conferimento a Terrepadane con il coinvolgimento di 46 aziende agricole e una spesa prevista di 20 milioni di euro, per 3mila ettari e 30mila tonnellate conferite>.
Oltre a questo progetto, Terrepadane ripropone anche per la campagna alle porte i contratti di coltivazione che costituiscono ormai una consolidata e prestigiosa tradizione per il nostro territorio. Attraverso questi contratti, infatti, agli agricoltori viene offerta la possibilità di poter contare su una marginalità certa e pienamente soddisfacente, con un piano di pagamenti definito. Per contro, il prodotto deve essere gestito secondo un disciplinare produttivo, che garantisce qualità, ma anche sostenibilità e gestione intelligente dei fattori di produzione.
Nello specifico – continua Cappelli – per la campagna mais 2023, i contratti di conferimento sono 3: il contratto mais alta qualità Terrepadane, il contratto mais bianco Terrepadane e il contratto di filiera mais premium.
<Tutti i contratti – spiega ancora l’agronomo – prevedono il rispetto di un disciplinare specifico con requisiti minimi, anche per quanto riguarda le aflatossine. Anzi, il contratto alta qualità ha anche inserito nel disciplinare Terrepadane che i produttori devono seguire, l’utilizzo di Af-X1, l’innovativa soluzione per ridurre il contenuto di aflatossine nel mais ed evitare le problematiche sanitarie e commerciali legate alla presenza di questa micotossina, basato sulla lotta biologica e messo a punto presso l’Università di Piacenza>. Il contratto dedicato alle varietà ‘bianche’ garantisce al produttore un’elevata premialità rispetto al listino della Granaria di Milano; mentre nella filiera ‘premium’ l’obiettivo è raccogliere un prodotto con elevata umidità prevedendo un’agevolazione importante sul tema dell’essicazione.
<Attraverso i contratti di filiera – spiegano ancora da Terrepadane – offriamo ai produttori una chance concreta per ritrovare interesse per questa coltura fondamentale, dopo un’annata difficilissima. Come sempre Terrepadane si pone al fianco dei produttori, proponendo soluzioni concrete e finalizzate a migliorare la marginalità delle produzioni tipiche del nostro territorio>.

Fonte: Libertà

AL VIA LA RACCOLTA DEI CEREALI

<In merito al ritiro di grano duro siamo già a buon punto in termini quantitativi, con una qualità molto buona del prodotto – afferma Marco Cappelli Responsabile Filiere del Consorzio Terrepadane -. Le proteine si attestano infatti su valori alti rispetto agli scorsi anni e anche i pesi specifici confermano la bontà del risultato. Cappelli continua spiegando che <Il ritiro del grano tenero invece è iniziato da poco, ma anche in questo caso la qualità rientra nei parametri richiesti dal mercato e dalle nostre filiere come quelle che ci vedono in partnership con Barilla, Galbusera, Mulino Bianco solo per citarne qualcuna. Per l’orzo la campagna è stata positiva anche in termini di rese; il prodotto, soprattutto nel piacentino, ha presentato buone caratteristiche riconducibili ad un peso specifico alto, alla sanità e all’assenza di tossine. Questi risultati qualitativi sono confermati dai controlli effettuati in fase di ritiro dei cereali che sono estremamente rigorosi e vengono condotti con strumentazioni innovative ed affidabili.
Le tensioni della guerra in Ucraina si stanno ripercuotendo su tutte le materie prime ed in primis sui cereali e questo sta evidenziando – anche in partenza –  livelli di prezzo molto favorevoli per le aziende agricole come indicato dalla Borsa di Bologna>.
Degno di nota anche il settore Biologico per il quale Terrepadane è impegnato con 3 centri di raccolta specializzati nel Piacentino: ottimi risultati si sono infatti ottenuti con la colza e i cereali minori caratterizzati anch’essi da una buona qualità.
Tuttavia la siccità rappresenta uno spettro, di cui è impossibile dimenticarsi: <il nostro impegno oggi – dice il direttore generale Terrepadane, Dante Pattini – è quello di trovare, insieme alla nostra rete di tecnici specializzati, soluzioni innovative e sostenibili, come ad esempio la fertirrigazione, che vadano nella direzione dell’utilizzo intelligente della risorsa idrica in modo da portare avanti le colture e le relative produzioni>.
Pattini inoltre sottolinea il ruolo strategico della cooperativa che dirige relativamente al mercato dei cereali: <I nostri contratti di filiera sempre più consolidati, sono riconosciuti come strumenti importanti per creare valore per le aziende agricole. Il nostro sguardo è sempre rivolto al futuro e all’innovazione; prevediamo infatti ulteriori investimenti nello stoccaggio e conservazione dei cereali in strutture sempre più idonee e all’avanguardia>.

 

Fonte: Libertà 26 Giugno 2022

NASCE LA FILIERA DEL NOCCIOLO TERREPADANE

E’ una pianta con poche esigenze, che non richiede molte cure, scarsamente soggetta ad avversità, molto produttiva e soprattutto remunerativa. Quella della Langhe, la varietà migliore, è pagata molto bene. Stiamo parlando del nocciolo la cui coltivazione è stata oggetto di un incontro tecnico organizzato da Terrepadane presso il Palazzo dell’Agricoltura cui sono intervenuti alcuni esponenti di Ferrero, Stefano Bottino responsabile di un’O.P del Piemonte che associa coltivatori di nocciole e Giorgio Mazzoni per Terrepadane (presente anche il direttore Dante Pattini) che dovrebbe fungere, in caso di adesione di un buon numero di imprenditori piacentini (100 ettari inizialmente fino a 500 in cinque anni), come “collettore” (contratti di coltivazione, indirizzo per l’azienda agricola nella scelta delle varietà, tecniche agronomiche da adottare, stoccaggio e vendita ecc), così come da sempre lo fa per i cereali.

La Turchia è la prima produttrice al mondo seguita dall’Italia, con produzioni di alta qualità tra cui la celeberrima Tonda gentile delle Langhe. E’ una coltivazione assai redditizia tanto che si sta diffondendo nel mondo.
In questa fase del progetto l’obiettivo di Terrepadane e di Ferrero è quello di determinare nuove aree vocate impostando con le aziende, che vorranno aderire, un percorso di collaborazione che garantisce loro il ritiro del prodotto per almeno 20 anni ed un prezzo minimo di acquisto a copertura dei costi di produzione, oltre a importanti premialità sulla qualità del prodotto ritirato.

I ‘pilastri’ di questa filiera sono tutti funzionali allo sviluppo di una base produttiva sempre più vocata alla qualità e all’eccellenza del prodotto, senza prescindere in alcun modo da altri due fondamentali aspetti su cui fonda l’intero progetto, ossia tracciabilità e sostenibilità. Basi che certamente rappresentano un vantaggio economico per le aziende agricole, ma che si traducono anche in un plus capace di garantire e mantenere un elevato standard qualitativo del prodotto trasformato. Terrepadane è anche a fianco degli agricoltori con strumenti finanziari vantaggiosi studiati con i maggiori istituti di credito al fine di impostare opportuni piani di investimento legati alla coltura del nocciolo.

Sono seguite numerose domande da parte del pubblico presente con il coordinamento di Mazzoni. Terrepadane ancora una volta si pone come punto di riferimento per l’innovazione e per nuove opportunità di reddito per gli agricoltori.

 

 

 

 

FILIERE: OGGI SERVE LA ‘REPUTAZIONE’

Non si tratta più soltanto di uno scenario possibile dell’agroalimentare italiano, né di un segnale di cambiamento, ormai la trasformazione è in atto, il percorso è a senso unico e il Consorzio Agrario Terrepadane è ormai pronto ad un vero e proprio cambio di passo. “Nella valorizzazione delle filiere – prosegue Pattini – c’è il futuro della nostra agricoltura, che per come è fatta non può illudersi di giocare e vincere la partita omologandosi e puntando su produzioni ‘commodities’ con marginalità sostenibili solo da chi è capace di fare immensi volumi”. “Occorre abituarsi anche ad un cambio di linguaggio – aggiunge Angelo Ceruti, Business Manager Terrepadane, responsabile dello sviluppo dei progetti di Filiera – parole come “settore” cerealicolo saranno via via considerate come desuete e sempre più spesso sostituite da termini come ‘filiera cerealicola’, e ancor meglio ‘filiera del pane’, ‘filiera della pasta’, ‘filiera del pomodoro’, ‘filiera del riso’, ‘filiera del vino’, ecc. Oggi, e in futuro sempre di più, un prodotto accompagnato da una sua storia, da una connotazione territoriale e da una scala valoriale che mette al centro la tutela della propria originalità, ha per il consumatore un appeal di gran lunga superiore agli altri e sarà compito del Consorzio farsi interprete di questi cambiamenti valorizzando al massimo il lavoro delle aziende agricole”.

“Se da una parte abbiamo il compito di agire facendo l’esclusivo interesse dell’azienda agricola contraente – afferma Marco Cappelli, Responsabile commercializzazione cereali del Consorzio Agrario – dall’altra per tutelare al meglio l’interesse complessivo di tutte le aziende che aderiscono alle nostre filiere dobbiamo anche assurgere al ruolo di garanti sulla bontà del prodotto, controllando che vi sia pieno rispetto dei disciplinari di coltivazione predisposti dai nostri tecnici e identificando nella qualità del processo, nella fase colturale come nelle successive di raccolta, lavorazione e trasformazione, il primo obiettivo da perseguire”. Terrepadane ha da poco presentato i nuovi contratti di filiera 2018; accanto ai due contratti su frumento duro, ‘Grano duro alta qualità’ e ‘Filiera Speciale E. Lepido’, è possibile aderire alle filiere del grano tenero ‘Frumento panificabile’, ‘Frumento biscottiero’, ‘Frumento ovalo’, ‘Frumento tiepolo’, ‘Frumento di forza’ e ‘Frumento Taylor’. Si arricchisce anche la proposta sul Biologico dove vicino alle filiere TerrepadaneBio del frumento duro e tenero biologici si collocano anche le filiere TerrepadaneBio su orzo, farro spelta e pisello proteico, per completare l’offerta con le filiere speciali su grano saraceno, ceci alimentare, semi di colza, orzo alimentare e soia alimentare. I partner di Terrepadane nei progetti di filiera sono nomi del calibro di Barilla, Molino Grassi, Molino Della Giovanna, Agugiaro & Figna e altri ancora.

Non si tratterebbe più soltanto di spuntare un prezzo migliore per le aziende agricole, di fianco alla necessità di garantire una stabilità e una redditività maggiori agli agricoltori, nasce il bisogno di dare riconoscibilità e identità alle filiere: “Ci piace essere precursori, per questo Terrepadane ha forse anticipato un po’ i tempi rispetto ad altri Consorzi – afferma Luigi Bisi, presidente Terrepadane – ma ciò che andremo a fare è parte di un processo di trasformazione che riguarderà tutto il panorama agricolo italiano, dove immaginiamo un modello di filiera ‘semplice’, sicura ma soprattutto più forte e più presente, anche verso il consumatore finale.