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Terrepadane festeggia i primi 10 anni con un libro che racconta storia e prospettive

Il volume dunque, celebra il prestigioso compleanno, ripercorrendo le tante tappe dell’articolata avventura.
«La nostra storia come Terrepadane – ha spiegato Marco Crotti, presidente del consiglio di amministrazione del Consorzio Terrepadane che dopo avere “assorbito” nel 2014 anche i Consorzi di Milano, Lodi, Monza Brianza, Pavia, oggi copre un territorio vastissimo – inizia 10 anni fa, ma si inserisce su una vicenda che affonda le sue radici nel 1900 con la nascita dei Consorzi agrari di Piacenza, Milano, Lodi e Pavia».
La serata di festa, che ha coinciso con il tradizionale momento augurale – molto ben riuscita nella suggestiva cornice della ex chiesa del Carmine – preceduta da un momento di presentazione del libro, è stata salutata dalla sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, che sottolineando il ruolo propulsivo del Consorzio nel tessuto agro-alimentare, ne ha messo in evidenza il peso nell’economia del territorio. Un concetto ribadito anche da Paolo Sckokai, direttore del Dipartimento di economia agroalimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, al quale è stata affidata la prefazione del volume. «E’ indubbio – ha spiegato l’economista, intervenendo alla breve tavola rotonda sapientemente coordinata dalla giornalista Nicoletta Bracchi – che la presenza ultrasecolare dei Consorzi agrari abbia influenzato la storia del nostro territorio, valorizzando a fondo la vocazione agricola e agroalimentare non solo della pianura, ma anche della collina e della montagna, contribuendo a raggiungere quei traguardi di cui il mondo agricolo va giustamente orgoglioso».
Né il docente piacentino poteva rinunciare ad un parallelo con la presenza dell’Università Cattolica, «che – ha spiegato lo studioso – com’è noto, si deve all’intuizione di Padre Gemelli con l’istituzione dell’allora facoltà di Agraria nei primi anni ’50. La storia recente di questo territorio è stata indubbiamente influenzata dalla presenza di queste realtà (università e consorzi), che hanno lungamente collaborato e continuano a farlo ancora oggi: la sfida di coniugare l’avanzamento della ricerca scientifica in agricoltura, garantito dall’università, con le ricadute tecniche in termini di nuovi prodotti e nuovi servizi per l’azienda agricola, per i quali il consorzio gioca un ruolo cruciale, ha caratterizzato gli ultimi decenni della storia dell’agricoltura di questo territorio». Regista indiscusso del progetto Terrepadane e il suo successo, il direttore generale della blasonata cooperativa, Dante Pattini, chiamato anche a delineare il futuro della realtà che doppiato il traguardo dei primi dieci anni, guarda già al futuro. «Per capire – ha spiegato – come sarà organizzato il Consorzio dei prossimi 10-20 anni e quale potrà essere il suo ruolo per prima cosa dobbiamo immaginare come sarà l’agricoltura del futuro. La progressiva riduzione di impiego di alcuni mezzi tecnici, come fertilizzanti ed antiparassitari, accompagnata dalle problematiche legate al reperimento di forza lavoro qualificata imporranno una drastica svolta verso l’impiego sempre più massiccio di nuove tecnologie legate all’intelligenza artificiale. A queste sfide gli agricoltori non dovranno farsi trovare impreparati: la loro preparazione tecnica dovrà fare un salto di qualità, così come sarà necessario un salto di qualità nella gestione economica. Terrepadane sta già lavorando su questi temi ed i tanti progetti tecnici in corso portati avanti anche con partnership universitarie e fornitori vanno nella direzione di anticipare il futuro il più possibile».

Molinari: lungimiranza e capacità di innovare, così è nata la cooperativa

Guarda al futuro tenendo ben presente le radici della sua storia. Questa l’istantanea scattata dal volume “Terrepadane produce futuro”, che descrive la realtà di Terrepadane, la cooperativa che con i suoi 250 milioni di euro di fatturato e i suoi 200 dipendenti e collaboratori, costituisce una costola fondamentale dell’economia del territorio, ma anche della storia della nostra terra.
«Il libro – spiega l’autrice, Claudia Molinari, giornalista e agronoma, professoressa di tecniche e tecnologie agrarie all’Istituto Raineri-Marcora della nostra città – vuole contribuire a mettere in luce la realtà di questa virtuosa cooperativa nata nel 2014, ereditando l’esperienza dei Consorzi agrari di Piacenza, Milano Lodi e Pavia e diventando un esempio illuminato della lungimiranza e della capacità di innovare del mondo agricolo, troppo spesso ingiustamente accusato di essere resistente al cambiamento».

Non solo cronaca

Il volume però, non si limita ad una semplice cronaca, ma raccoglie anche tante testimonianze di dipendenti e ex dipendenti oggi in pensione, che raccontano il loro lavoro, ma anche che cosa ha voluto dire passare da un Consorzio agrario provinciale ad un importane realtà che copre praticamente tutta la pianura padana: «I focus, che si trovano in ogni capitolo accesi sui protagonisti (ossia i dipendenti) – continua Molinari – permettono di comprendere la storia del Consorzio, vista dall’interno, raccontando quindi non solo la vicenda istituzionale, ma anche quella “minore”, basata sulla quotidianità». Un libro dunque, non solo per addetti ai lavori, ma anche per i cittadini. «Certo, – conclude l’autrice – perché la lettura offre l’opportunità di conoscere e apprezzare un
pezzo importante della nostra storia. In particolare, chi sta approfondendo la sua formazione nel comparto (ovviamente ho pensato ai miei studenti) potrà capire da dove proviene il successo di oggi. Tutti invece, possono condividere l’orgoglio per quanto di buono – ed è tanto – gli agricoltori della nostra terra hanno saputo costruire».

Fonte: Libertà

Consorzio Terrepadane chiude il 2023 consolidando i risultati

<Anche l’esercizio 2023 – chiarisce il direttore generale Dante Pattini – è stato chiuso con il bilancio in attivo. Si tratta del 16mo anno consecutivo, che vede la nostra cooperativa fronteggiare con successo i mercati, declinandone positivamente i trend e interpretando le esigenze dei Soci. Questi dati offrono dunque, da un lato, motivo di soddisfazione, mentre dall’altro, costituiscono uno stimolo a fare ancora meglio>.L’anno appena chiuso si caratterizza per un consolidamento del dato di fatturato (attestato per il 2023 di nuovo a poco meno di 250 milioni di euro); ma presenta incoraggianti crescite per alcuni comparti.
Certamente sulla performance complessiva della cooperativa ha pesato il ruolo di volano finanziario assunto da Terrepadane nei confronti dei suoi Soci per tutto l’anno.
<Il 2023 – chiarisce Luca Bazzini, Direttore Amministrazione e Finanza di Terrepadane – è stato fortemente caratterizzato dal significativo incremento dei tassi di interesse, quasi quadruplicati rispetto al 2022. Questo incremento ha condizionato il risultato di esercizio, in quanto Terrepadane ha svolto, come sempre, un importante ruolo di aiuto a supporto delle aziende agricole del territorio per ridurre l’effetto dall’aumento dei tassi, decidendo di mantenere fisso il costo delle convenzioni bancarie utilizzate dagli agricoltori per gli acquisti presso la cooperativa. Terrepadane, inoltre, è intervenuta anche attuando una politica del credito attenta, volta a mitigare il fabbisogno finanziario delle aziende agricole. Tuttavia, grazie ad una gestione precisa e lungimirante, l’indebitamento complessivo si è ridotto di circa due milioni di euro>.
Se dunque, questa è una premessa imprescindibile; sul fronte dei singoli comparti il Consorzio ha performato bene, dando ancora una volta prova di dinamicità.
Tra i dati positivi spicca quello della fertirrigazione con un aumento di oltre il 50% del fatturato e un consolidamento anche fuori dal nostro territorio, così come si è segnalato positivamente il comparto fitofarmaci. Buon aumento in volume anche per la produzione della fabbrica di Fiorenzuola d’Arda (sia per i fertilizzanti che per i concimi prodotti).
Un lusinghiero +15% è invece il dato che caratterizza il settore dei mangimi composti, così come si sono registrati segnali incoraggianti per i servizi innovativi, tra i quali spicca il Quaderno di campagna, che ha visto superato il traguardo dei 30mila ettari (tra Piacenza altre province), mappati, con quasi 400 aziende agricole coinvolte.
Record anche per il ritiro di cereali con il superamento delle 65mila tonnellate di cereali autunnali ritirati, con un incremento rispetto all’anno precedente di ben 20 punti percentuali: una tendenza molto soddisfacente che, pur avendo fruito positivamente dell’andamento della stagione meteorologica, ottimale per i cereali delle nostre provincie sia a livello produttivo che qualitativo, mette in luce la fiducia della quale la cooperativa gode presso i Soci.
Un capitolo che merita un approfondimento è poi quello del servizio di assicurazione delle colture: anche in questo caso ci si imbatte in una performance da sottolineare con oltre 90 milioni di euro di valore assicurato per le polizze grandine, con una buona varietà di colture coinvolte.
Passi avanti interessanti anche per gli articoli da vigneto, che nel 2023 hanno sviluppato un’importante crescita.
E come da tradizione, in occasione della presentazione del bilancio anche il presidente Marco Crotti esprime un commento, che <ovviamente – spiega – non può non essere improntato alla soddisfazione e anche all’orgoglio, visto che Terrepadane è espressione del mondo agricolo al quale appartengo da generazioni. Certo, non mancano le preoccupazioni, determinate sia dalle difficoltà finanziarie con le quali molte aziende devono fare i conti, sia dall’andamento climatico che sta pesando non poco su questi primi mesi di campagna agraria>.

Con l’acquisizione di Siram si potenzia il settore carbo
A latere dei risultati di bilancio 2023, il Consorzio Terrepadane coglie l’occasione dell’assemblea anche per informare i Soci dell’acquisizione del ramo di azienda, settore carbolubrificanti, di Siram Spa, notissima azienda del territorio di Piacenza (località Carpaneto). <Si tratta – spiegano da Terrepadane – di un investimento finalizzato a rafforzare la nostra posizione di leadership in un settore strategico di mezzi tecnici per gli agricoltori di Piacenza e Parma. Anche in questo caso, il Consorzio punta ad offrire opportunità ai Soci, che nell’attuale congiuntura economica possono rivelarsi strategiche per incidere positivamente sulla competitività delle aziende agricole>.

Sostenibilità sociale e ambientale, dal Welfare ai crediti di carbonio
Un altro aspetto molto interessante al quale Terrepadane sta dedicando da anni particolare attenzione è quello del welfare per i dipendenti.
<Il nostro primo progetto di Welfare (ossia una serie di servizi messi a disposizione dei dipendenti, che vanno dalla polizza sanitaria, alla previdenza complementare, dalle spese scolastiche, ma anche spese mediche e abbonamenti ai trasporti) risale al 2017 – dichiara Elisabetta Ugolotti, Responsabile Risorse Umane di Terrepadane – Si trattava di un progetto quasi pioneristico sul territorio implementato con il supporto di Confindustria e delle Organizzazioni sindacali. Negli ultimi anni abbiamo invece visto come sia cambiato il significato del welfare e l’aumento della soglia di esenzione dalla tassazione ci racconta meglio di qualsiasi definizione, qual è oggi il ruolo del welfare nelle aziende.
Il contesto sociale e le dinamiche di mercato hanno quindi contribuito a far emergere in misura prevalente la funzione retributiva ed economica di questo strumento quale sostegno al reddito. Tuttavia, personalmente – continua Elisabetta Ugolotti – credo che la componente sociale del welfare che piace ai collaboratori vada oltre la dimensione economica poiché abbraccia i servizi di tutela della salute e del benessere, l’istruzione dei figli, il tempo libero.
Le crescenti aspettative dei collaboratori ci hanno portati ad investire in modo significativo negli ultimi 4 anni e a trasformare il nostro modello di welfare abbracciando servizi trasversali in un’organizzazione che cambia: 1/3 dei dipendenti è under 35 e l’età media di circa 43 anni sono fattori che determinano esigenze diverse da soddisfare. E’ in corso di definizione con le Organizzazioni Sindacali un nuovo accordo triennale che darà continuità all’impegno verso i nuovi strumenti di welfare.

Progetto Crediti di Carbonio
Terrepadane è da sempre fortemente vocata a sviluppare l’innovazione, anticipando il cambiamento in agricoltura. In quest’ottica sono attivi alcuni progetti intrapresi in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che riguardano i Crediti di Carbonio, la nuova frontiera dell’agricoltura sostenibile, che in futuro avranno un impatto significativo nel bilancio aziendale.
Del resto, quella del mercato dei crediti di carbonio (un credito è equivalente a 1 tonnellata di CO2) è una possibilità che le aziende agricole non possono certo permettersi di ignorare, viste anche le riduzioni di contribuzione Pac già messe in atto in questa programmazione e previste per le prossime.
Il sistema prevede che l’azienda agricola possa entrare in possesso – attraverso interventi e investimenti virtuosi – di crediti di carbonio, ossia di un risparmio di carbonio, che poi potrà essere “venduto” ad aziende industriali consentendo di bilanciare le loro emissioni di CO2 con quelle prodotte dalle aziende agricole. Queste ultime vanno così ad integrare il loro reddito con questa attività.
Le pratiche che gli agricoltori possono mettere in atto per risparmiare carbonio sono diverse: dal cambio coltura, all’introduzione dell’irrigazione a goccia alimentata con pannelli solari, fino alla riduzione delle lavorazioni, all’adozione di cover crop, ma anche all’aumento del numero di piante ad ettaro, insomma tutte azioni che vadano verso la sostenibilità ambientale.
Il mercato dei crediti di carbonio, sulle cui possibilità il Consorzio Terrepadane si sta concentrando, può costituire un’attività connessa per le aziende: <anche in questo caso – spiegano dal quartier generale di via Colombo – stiamo guardando avanti e studiando nuovi percorsi che potranno incidere positivamente sui bilanci delle nostre aziende>.

Fonte: Terrepadane e Libertà

 

Terrepadane e Torrevilla insieme in un progetto di collaborazione strategica

Il Consiglio di Amministrazione della Cantina prima e l’Assemblea dei soci poi, hanno infatti approvato all’unanimità l’offerta di collaborazione da parte di Terrepadane a supporto del Progetto SQNP Torrevilla 2024 valido per la fornitura di mezzi tecnici (antiparassitari identificati attraverso un disciplinare di prodotti ben definito), per il servizio di assistenza agronomica dedicata con il supporto del tecnico agronomico di Terrepadane e per il servizio di compilazione del Quaderno di Campagna; l’utilizzo di quest’ultimo strumento è assolutamente fondamentale per la tracciabilità delle uve che vengono conferite alla Cantina al fine di soddisfare alcune certificazioni interne effettuando una corretta gestione dei principi attivi. Questo progetto innovativo, attivo già per la campagna 2024, sarà dedicato ai soci che conferiranno le uve a Torrevilla.
“Si tratta di una delle prime collaborazioni a 360 gradi tra due realtà cooperative che da anni ricoprono un ruolo di primaria importanza nei rispettivi territori e che coniugano tradizione ed innovazione” afferma Stefano Fugazza, Direttore Vendite di Terrepadane e responsabile del progetto. “Con questa operazione Terrepadane affiancherà la cooperativa Torrevilla fornendo supporto sia dal punto di vista agronomico, sia sotto l’aspetto della gestione di Servizi e dell’assistenza tecnico agronomica dedicata. Questo progetto mi dà molta soddisfazione sia dal punto di vista personale che professionale vivendo io stesso nel territorio dell’Oltrepò”.
Marco Crotti, Presidente di Terrepadane spiega con orgoglio l’importanza strategica di questa collaborazione: “Terrepadane è da sempre in prima linea nel mettere a disposizione al mondo agricolo soluzioni innovative pensate per incidere positivamente sulla competitività delle aziende.
Il Consorzio lavora da anni con fornitori di caratura internazionale ed è pronta ad allargare queste tecnologie attraverso progetti dedicati come questo. Non solo. Nei suoi 124 anni di vita, come Consorzio agrario prima e Terrepadane poi, abbiamo sempre puntato a valorizzare le risorse del nostro territorio, offrendo opportunità di crescita e di sviluppo a tutti i livelli. Questo progetto con la sua originalità e la sua spiccata valenza territoriale rappresenta un esempio virtuoso e ci incoraggia a continuare su questa strada”.

Torrevilla, una cantina sociale espressione del territorio

Cantina Torrevilla è una storica cantina sociale con sede tra le colline dell’Oltrepò Pavese, nella cittadina di Torrazza Coste. Ad oggi, Torrevilla opera su una superficie vitata di 600 ettari suddivisi tra 9 comuni dell’oltrepadano, terra che vede le sue colline confondersi tra due regioni: Lombardia e Piemonte. Dalla cura dei vigneti vengono annualmente ricavati circa 60.000 quintali di uva trasformata in oltre 2 milioni e mezzo di bottiglie capaci di esprimere l’Oltrepò Pavese più autentico.
Una storia di lavoro collettivo che inizia ufficialmente nel 1907 con la nascita della cantina di Torrazza Coste e che continua passo dopo passo fino ad arrivare ad oggi.
Qualità, ricerca, passione: ecco i valori cardine di Cantina Torrevilla, realtà capace di unire il rispetto e la celebrazione della tradizione vitivinicola dell’Oltrepò Pavese, territorio portatore di una lunga storia nel settore, ad un’apertura lungimirante verso il futuro investendo su progetti scientifici con le università e puntando ad un continuo progresso tecnologico.

 

Fonte: Terrepadane e La Provincia Pavese

 

Terrepadane consolida la partnership con Haifa

<Come Terrepadane – spiega lo stesso direttore generale, Dante Pattini – siamo il primo cliente italiano di Haifa in una relazione trentennale, quando Haifa suggerì l’utilizzo del nitrato potassico granulare su pomodoro che rappresentava (e rappresenta) una delle colture principali per la provincia di Piacenza>.
Attraverso la collaborazione tra Haifa Group e Terrepadane, si sono consolidati la progettazione in campo e le conoscenze per l’utilizzo delle tecniche della fertirrigazione soprattutto su pomodoro, ma anche sulle altre colture.
Più recentemente, sono state messe a punto sinergie divenute ben presto strategiche, anche nel segmento dei concimi granulari a rilascio controllato della linea Multicote. Tra i progetti innovativi di Haifa rientra lo sviluppo di una nuova tecnologia delle ricoperture MCT con un grado di degradabilità maggiore e quindi più sostenibili.
Sulla base di un’adeguata conoscenza agronomica e di una precisa ponderazione e analisi sulle caratteristiche del terreno, è nata la linea Fertidea, fertilizzanti liquidi speciali appositamente studiati per l’utilizzo negli impianti di fertirrigazione e che possiedono un’alta valenza agronomica.
La nutrizione liquida ha visto poi svilupparsi Nutrifield, una linea di fertilizzanti adatti per la concimazione a pieno campo, dotati di massima purezza ed efficacia e Nutri-Elle prodotti innovativi con formulazioni ad azione fisio-nutrizionale prevalentemente per uso fogliare.
In questo scenario ricco di risultati di prestigio, l’incontro di venerdì è servito per analizzare la situazione e mettere a fuoco nuove strategie per il futuro.
L’occasione è anche utile a confermare i dati molto incoraggianti che hanno visto per Terrepadane nel 2023 una produzione record di concimi liquidi (5 milioni e 500 mila litri); mentre da parte di Haifa è stato presentato il recente investimento (centinaia di milioni di Euro) per la realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di ammoniaca, che renderà il gruppo leader anche nella produzione di Azoto. Il tutto in un quadro di importanti investimenti finalizzati a perseguire l’obiettivo di zero emissioni.
<Haifa Group – chiarisce Piero Repetti di Terrepadane – è partner storico del Consorzio nel settore fertilizzanti e fornitore delle materie prime ora utilizzate per la produzione di concimi liquidi (linee Nutrifield e Fertidea) e fogliari (Nutri-Elle) presso lo stabilimento Multiliquid di Fiorenzuola. La partnership con Haifa Group nell’ambito della nutrizione è fondamentale nella scelta delle materie prime in un mercato sempre più promettente, con prodotti garantiti e con efficienze agronomiche>.
Terrepadane – ha sintetizzato il presidente Marco Crotti – mantiene sempre altissimo l’impegno per garantire soluzioni di avanguardia che permettano alle aziende Socie di avere un ottimo livello di competitività sui mercati e di affrontare con l’adeguata “attrezzatura” di tecnologia e innovazione le sfide sempre più complesse che vengono loro presentate.

 

Fonte: Libertà

Parte sempre dalla foraggicoltura il successo dell’azienda zootecnica

<Un insieme di eventi – spiega Stefano Zaupa, responsabile settore mangimi del Consorzio Agrario Terrepadane – che in molti casi ha reso difficile il raccolto di questo primo taglio, faticando ad irrigare adeguatamente le coltivazioni a causa della carenza di acqua. In sostanza, gli allevatori che sono riusciti ad anticipare il raccolto di maggio non hanno avuto problemi (anche se si sono dovuti accontentare in termini di quantità prodotto); mentre per gli altri non è stato facile ottenere risultati accettabili, tanto che molti lamentano uno scadimento nutritivo del prodotto>.
Nel frattempo, sempre sul fronte della foraggicoltura si stanno affermando in Pianura Padana nuove tendenze, vista la crisi che il mais sta attraversando già alcuni anni:
<La scorsa annata – continua Zaupa – sarà ricordata per le enormi difficoltà che ha portato con sé relativamente alla coltivazione del mais. Infatti, in generale il prodotto portato a casa degli allevatori non è stato all’altezza delle aspettative e ci sono stati casi in cui il tenore in amido non ha superato i 20 punti percentuali! Dal nostro punto di vista, questi primi 5 mesi del 2023 hanno visto un notevole incremento delle quantità di mangimi composti commercializzati come Terrepadane con una crescita in volume di 50mila quintali e con risultati più che soddisfacenti per i nostri Soci clienti produttori di latte>.
Tra le novità che si stanno affermando in sostituzione del mais da foraggio in territorio lombardo e che anche gli allevatori piacentini stanno guardando con interesse, ci sono i cosiddetti miscugli tra leguminose e graminacee, che si stanno dimostrando foraggi particolarmente interessanti da insilare. Infatti, con un unico prodotto, si possono apportare amidi e proteine derivanti rispettivamente dai cereali e dalle leguminose.
In realtà, non si tratta di una vera novità, poiché questo sistema di coltivazione trova nei nostri areali una diffusione, seppur limitata da anni: oggi però, grazie ai progressi raggiunti in termini di varietà colturali e tecniche di raccolta, è possibile insilare ad uno stadio di maturazione più avanzato con migliore risultato in termini nutrizionali.
<Questi prodotti – chiarisce ancora Zaupa – offrono caratteristiche nutrizionali molto interessanti con tenori proteici anche del 14% e una buona qualità della fibra, che garantisce un’adeguata digeribilità e valorizza la funzionalità del rumine. Non da ultimo, va tenuto presente che questi miscugli rispetto, ad esempio, ad un insilato di frumento, espongono a minori problemi di allettamento. Certo, utilizzando questo tipo di prodotto, è opportuno prevedere un’integrazione con farina di mais, oppure un’adeguata grassatura della razione che consente di ottenere livelli energetici adeguati alle produzioni di latte. Per questo la nostra proposta anche per i miscugli è sempre personalizzata, in funzione delle caratteristiche dell’azienda e mediata dai nostri consulenti. In particolare, in momenti come quello estivo, quando il rischio di fermentazioni anomale è veramente dietro l’angolo, diventa strategico prevedere anche integrazioni, ad esempio, con acidificanti e assumere decisioni mirate sul fronte del management (ad esempio gestire l’alimentazione con due carri, invece che con uno)>.
<Anche e soprattutto in ambito zootecnico – sintetizza Stefano Zaupa – la nostra consulenza punta a massimizzare la redditività dell’azienda e quindi a calibrare ogni tipo di intervento sulla base di un rigido bilancio tra costi e benefici economici. Che però – e questo aspetto va sempre tenuto ben presente – passa inevitabilmente per il mantenimento di elevati standard di benessere degli animali, particolarmente delle bovine da latte>.
<Attraverso una accurata consulenza – spiega il presidente di Terrepadane, Marco Crotti – la nostra cooperativa, ha da sempre impattato sullo sviluppo delle aziende, introducendo innovazione sia tecnologica, che metodologica e contribuendo così in modo concreto ad una crescita della loro competitività>.

Fonte: Libertà

 

Bilancio 2022 positivo per Terrepadane con un fatturato di oltre 250 milioni

Ma il risultato non è l’unico motivo di soddisfazione per i Soci: infatti anche per l’esercizio appena concluso, è previsto un aumento dei ristorni ai soci: <negli ultimi 10 anni sono stati distribuiti circa 2 milioni di euro complessivamente, un forte segnale di attenzione verso i nostri soci che premia la loro fedeltà negli acquisti> commenta Marco Crotti, presidente del Consiglio di Amministrazione di Terrepadane.
I risultati positivi del 2022 sono frutto, tra gli altri aspetti, anche dell’andamento finanziario.
“Il 2022 – spiega il direttore finanziario Luca Bazzini – ha registrato una riduzione di 1,2 milioni di euro dell’esposizione debitoria verso il sistema bancario; la cassa aziendale ha consentito una equilibrata gestione del fabbisogno finanziario derivante dalla crescita del fatturato aziendale, contributo reso disponibile dalla solidità delle aziende agricole socie e in generale della clientela di Terrepadane. Il sistema bancario ha seguito proattivamente la crescita del business, confermando un forte interesse nelle capacità di sviluppo del settore agricole e del territorio in cui opera il Consorzio.
Ciò ha consentito a Terrepadane di procedere con gli investimenti strategici necessari a consolidare il suo patrimonio che è triplicato in quasi 15 anni”.

I dati
Ed ecco i dati di bilancio. Il primo relativo al fatturato che con oltre 250 milioni di euro, segna un + 24% rispetto all’esercizio precedente: questi risultati derivano dalle performance positive di tutti i settori. Un incremento dovuto all’aumento dei prezzi che si è verificato nel 2022, ma che ha visto i volumi di acquisto rimanere stabili e che invece per alcuni settori, come nel caso dei concimi liquidi e fogliari, ha confermato di porre l’attenzione sul risparmio e sulla sostenibilità.
Degni di nota sono senza dubbio il settore della fertirrigazione e nuove tecnologie che fa registrare un incremento del 30%; d’altra parte le difficoltà climatiche legate principalmente alla siccità fanno prediligere sistemi di irrigazione innovativi che permettono di gestire in modo efficiente la risorsa idrica. Oltre il 32% si evidenzia nel settore dei mangimi composti e in quello dei concimi liquidi e fogliari grazie all’operatività della fabbrica Multiliquid di Fiorenzuola D’arda.

Welfare per i dipendenti
 <Queste performance sono figlie dell’impegno di tutti i collaboratori del Consorzio – afferma il Direttore generale di Terrepadane, Dante Pattini – e in un momento difficile nel quale la capacità di spesa delle famiglie è intaccata dagli aumenti, anche nel 2022 abbiamo voluto dare un segno di attenzione e un sostegno concreto ai nostri dipendenti e alle loro famiglie. Negli ultimi 3 anni sono infatti stati investiti circa 650mila euro in beni e servizi attraverso il piano welfare aziendale, agendo sia per valorizzare i risultati positivi ottenuti, sia per sostenere il caro-vita>.

Gli investimenti importanti in Lombardia
Nel solco della massima valorizzazione dell’agricoltura lombarda va letto l’acquisto della sede operativa di Pieve Fissiraga in provincia di Lodi, zona che sarà oggetto di altri investimenti nel prossimo futuro. La sede attualmente copre quasi 11.000 mq tra aree scoperte e coperte situate in una posizione strategica facilitando le attività logistiche. Si tratta di un investimento molto importante che viene dopo l’acquisto effettuato nel giugno del 2020 della sede di Cerello, di quello nel giugno 2019 della sede di Telgate (BG) e di quello delle sedi di Pavia Bellingera e Mede nel 2018. Attraverso queste operazioni il Consorzio sarà attivo in strutture di proprietà con una presenza logistico-territoriale assolutamente competitiva e strategica.
Inoltre, è stato recentemente firmato un accordo con un’azienda che lavorerà in esclusiva per Terrepadane per il ritiro di cereali ad Abbiategrasso: un investimento che riguarda l’attività di stoccaggio per la zona di Milano e una parte importante della provincia di Pavia e che offrirà agli agricoltori una possibilità concreta di fronteggiare i cambiamenti climatici, differenziando le coltivazioni.

Le prospettive
<Se da una parte i risultati dell’esercizio 2022 sono positivi – continua il presidente Crotti – dall’altra c’è forte preoccupazione per l’attuale situazione climatica: il fattore meteo sta infatti condizionando pesantemente tutta l’attività agricola in particolare nelle zone vocate al riso ed al mais. Altri fattori che sicuramente incideranno non poco sono rappresentati dall’aumento dei tassi di interesse e dal calo dei prezzi dei cereali. Fortunatamente la diversificazione settoriale di Terrepadane e soprattutto le scelte strategiche in termini di modello organizzativo e personale stanno dando dei buoni risultati. Inoltre, per essere competitivi, sarà fondamentale saper innovare continuando a percorrere con decisione la strada della sostenibilità; proprio perché ci muoviamo in uno scenario caratterizzato dalle problematiche che conosciamo e da quelle che potranno inserirsi, sarà sempre più importante adottare condotte virtuose sui temi ambientali. In questo quadro le aziende agricole dovranno essere sempre più professionali e come tutte le aziende evolute dei vari comparti, avranno sempre più bisogno di partner affidabili e all’avanguardia. Un ruolo che, come Consorzio, interpretiamo sul territorio da oltre 120 anni>.

 

Fonte: Libertà

TERREPADANE AL FORUM ECONOMICO CON IL PREMIER NETANYAHU E IL MINISTRO DURSO

Durante il forum, che si è svolto sotto la regia del Ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sono emerse le grandi problematiche che caratterizzeranno gli scenari futuri dell’economia mondiale: dal cambiamento climatico, alla gestione della risorsa idrica, fino alla svolta green e alle tecnologie indispensabili per affrontarla.
Tra i grandi temi, anche quello della gestione dell’agricoltura in condizioni di grave siccità, argomento sul quale Israele rappresenta a livello mondiale una delle realtà più avanzate in campo agricolo.
Terrepadane si inserisce a pieno titolo nel gruppo di aziende – tutte di altissimo livello –  coinvolte nel forum alla luce della trentennale collaborazione con alcune realtà israeliane d’eccellenza che operano nella produzione di tecnologie innovative per l’agricoltura.
Grazie a questa collaborazione molte aziende agricole italiane hanno potuto fronteggiare le sfide poste loro dal mercato rimanendo competitive, mantenendo i riflettori accesi sull’utilizzo sostenibile dell’acqua (già molto prima che emergesse la crisi idrica di questi anni).
<L’acqua e la fertirrigazione – ha detto il premier israeliano durante il suo intervento – saranno le sfide del futuro. In Israele si è investito molto nella gestione della risorsa idrica, soprattutto dopo la grave crisi idrica che si verificò nel 2009. Oggi in Israele il 90% dell’acqua è riciclata e vi sono i desalinizzatori più grandi del mondo. La ricerca in agricoltura e nelle tecnologie a supporto dell’agricoltura è sviluppata anche grazie a 500 aziende start up che lavorano su questi temi>.
Al termine dell’incontro il presidente Marco Crotti ha commentato: “ E’ un onore aver rappresentato il Consorzio Agrario Terrepadane al Forum economico Italia-Israele. Le sfide del futuro come clima, siccità, energia e sicurezza saranno vinte solo con l’innovazione: Terrepadane è l’esempio di un’azienda che innova e per questo leader in Europa.”

CREDITI DI CARBONIO, NUOVA OPPORTUNITA’ DI REDDITO PER GLI AGRICOLTORI

La mattinata ponendo l’attenzione alle grandi problematiche del comparto agricolo stretto tra la necessità di produrre prodotti alimentari di qualità da un lato e di ridurre, dall’altro, l’impatto ambientale della produzione, ha riportato sul tavolo anche lo spettro – più che mai concreto – della siccità, che anzi, sta diventando in tutta Europa sempre più drammatico.
I lavori, dopo un’introduzione del presidente di Terrepadane Marco Crotti e un saluto di Alon Bar, ambasciatore di Israele in Italia e Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza, sono entrati nel vivo con l’intervento di David Leykin, direttore Generale Haifa Italia e di Thierry Haller, direttore Generale Europa e Africa Rivulis.
Paolo Sckokai, direttore del Dipartimento di Economia agraria della Cattolica ha illustrato come tutta la questione dei crediti di carbonio si inserisce nell’impegno più generale dell’Unione europea nella direzione della sostenibilità della produzione agricola.
<Il mercato dei crediti di carbonio – ha spiegato – rientra nella cosiddetta “architettura verde della Pac”: in pratica, gli agricoltori potranno produrre crediti di carbonio che poi potranno vendere ad esempio, alle industrie alimentari>.
Il professore ha anche spiegato come uno dei punti più critici sarà proprio quello di stabilire il “prezzo” di questi crediti.
A Paolo Piola, sales manager Rivulis, è andato invece il compito di illustrare il meccanismo della vendita dei crediti; mentre Matteo Scaglioni, responsabile Water Management Terrepadane ha invece illustrato i risultati ottenuti con le tecniche più moderne in termini di irrigazione e subirrigazione.

Fonte: Libertà

TERREPADANE CHIUDE IN POSITIVO IL 2022

<Dalle difficoltà – spiega il direttore generale di Terrepadane, Dante Pattini – nascono spesso interessanti opportunità e la nostra cooperativa ha dimostrato la volontà di essere accanto a soci e clienti in questo momento difficile, offrendo soluzioni innovative che rappresentano strumenti importanti con cui fronteggiare la crisi e le molte criticità>. Questi importanti risultati sono stati frutto dell’aumento dei prezzi che ha riguardato tutti i settori di attività, ma anche di un’importante crescita in volumi che ha caratterizzato soprattutto i settori dei mangimi, della fertirrigazione e dei cereali autunnali.  Il margine operativo è diminuito, poiché il Consorzio si è fatto carico di assorbire una parte degli aumenti, in modo da alleggerire i costi per le Aziende agricole. La stessa situazione si è verificata con l’aumento dei tassi di interessi totalmente assorbiti dalla cooperativa senza aggravi per gli agricoltori>.
Pattini aggiunge anche che <nonostante i temi economici non sempre leggeri, è continuato l’inserimento di neolaureati e di alcune figure professionali di alto profilo>.
Sull’andamento economico  hanno inciso tutti gli incrementi che si sono verificati nel 2022, ovvero l’aumento del costo dell’energia, delle materie prime e in particolare del costo del denaro.
Un quadro che Luca Bazzini, direttore amministrazione e finanza del Consorzio, provvede a spiegare: <ogni incremento di punto percentuale del costo del denaro comporta per la nostra cooperativa un aumento di costi di circa 500mila euro, ma la precisa e accurata gestione del comparto finanziario – grazie anche ai rapporti con i principali Istituti di Credito – ci ha permesso di arrivare a fine anno con una solida situazione finanziaria>.
Ovviamente dal quartier generale di via Colombo ci si augura che il 2023 sia un anno di rallentamento riguardo ai problemi ormai noti; <tuttavia – anticipa Pattini – la solidità della nostra organizzazione e le soluzioni innovative che presenteremo alle aziende agricole, mi fanno pensare ad un’annata altrettanto positiva>.
<Quanto più sapremo innovare, continuando a percorrere con decisione la strada della sostenibilità, quanto più saremo competitivi – rincara la dose il presidente del Consorzio, Marco Crotti -. E questo perché ci muoveremo in uno scenario caratterizzato dalle problematiche che conosciamo, da quelle che potranno inserirsi, ma anche dalle nuove regole della Pac, che nella programmazione 2023/27, sarà ancora più rigorosa in termini di condotte virtuose sui temi ambientali. In questo quadro le aziende agricole dovranno essere sempre più professionali e come tutte le aziende evolute dei vari comparti, avranno sempre più bisogno di partner affidabili e all’avanguardia. Un ruolo che, come Consorzio, interpretiamo sul territorio da oltre 120 anni!>.

 

Fonte: Libertà

CAMPAGNA 2023, AL LAVORO CON I NUOVI CONTRATTI DI COLTIVAZIONE

Fornire assistenza tecnica – agronomica alle aziende conferenti per una gestione ottimale del prodotto dalla semina alla raccolta, promuovere nuove colture e nuove varietà, cercando di orientare l’azienda agricola secondo le necessità e le nuove evoluzione del mercato.
<I contratti di coltivazione – spiega Marco Capelli, responsabile settore cereali e filiere Terrepadane – hanno come finalità quella di favorire lo sviluppo di una migliore redditività per le aziende agricole, valorizzando il prodotto e facilitando la programmazione>.
I contratti che vengono proposti sono molteplici: dal tradizionale contratto Barilla per il grano tenero, ai contratti per il grano duro e i grani di forza:
<i nostri contratti nascono dalla collaborazione con i più grandi gruppi di trasformazione e riguardano diverse tipologie di grano. In particolare, la novità di quest’anno è il contratto Galbusera, dedicato ad un frumento tenero per la panificazione>.
Tutti i contratti – chiarisce ancora l’agronomo – puntano a valorizzare la sostenibilità della produzione e premiano questo impegno, garantendo migliori condizioni economiche.
<Nel 2022, in particolare – aggiunge Cappelli – abbiamo registrato un grande successo per i contratti dedicati ai cereali biologici. Un vero boom con oltre 6 mila tonnellate. Un dato che va ancora una volta ad evidenziare il crescente interesse per questa tecnica di coltivazione>.
Visto il successo ottenuto con il frumento, il meccanismo dei contratti di coltivazione viene riproposto anche su altre colture: ad esempio la colza, che nel 2022 ha visto un contratto colza sostenibile che ha funzionato molto bene.
Per la campagna 2023 verrà inoltre riproposto il contratto mais: <si di una possibilità molto interessante per i produttori, che tra l’altro viene proposta intercettando anche gli incentivi previsti dal PNRR>.
Sulla prospettiva che i contratti di coltivazione lasciano intravedere per il mondo agricolo e sulla lungimiranza che il Consorzio ha dimostrato, mettendosi a lavorare su questi strumenti già 15 anni fa, interviene anche il presidente Marco Crotti: <la politica agricola dell’Unione europea nella programmazione che partirà dal prossimo 1 gennaio valorizzerà al massimo i contratti di coltivazione, come strumento fondamentale per migliorare l’efficienza delle filiere e favorire la competitività, fronteggiando l’eterna problematica della volatilità dei prezzi. Ben consapevole dell’utilità e della valenza strategica di questi contratti; il Consorzio ha imboccato, tra i primi, questa strada già 15 anni fa, offrendo alle aziende socie una soluzione moderna ed efficace per garantirsi un’adeguata redditività. Il tempo ci ha dato ragione e oggi i contratti di filiera sono riconosciuti modello virtuoso per garantire alle aziende agricole la possibilità di fronteggiare il mercato>.

 

Fonte: Libertà