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FRATELLI RONDA E POMODORO DA INDUSTRIA: STORIA DI UN GRANDE AMORE

<Nella nostra azienda – spiega Filippo Ronda – coltiviamo pomodoro da industria da decenni. Da sempre crediamo nella sostenibilità della produzione integrata con i suoi disciplinari, che impongono regole molto precise e garantiscono condizioni di coltivazione non poi così lontane dal regime biologico. Del resto, – ci tiene a precisare l’agricoltore – rispettare il territorio e avere cura dell’ambiente, non può non essere una nostra preoccupazione, visto che si tratta dei nostri fattori di produzione>.
I fratelli Ronda conoscono la coltura del pomodoro da industria fin da bambini e hanno assistito in prima persona ai notevoli cambiamenti, che hanno caratterizzato il comparto: <Ho ben chiari – continua Ronda – i ricordi di tempi che sembrano oggi lontanissimi, quando il pomodoro si seminava, la zappatura lungo la fila veniva effettuata a mano, come a mano procedeva la raccolta. Il percorso è stato lungo e complesso e ha coinvolto tutta la filiera: grande alleata degli agricoltori è stata la tecnologia e l’assistenza tecnica>.
Voci fondamentali per le quali l’azienda Ronda si affida da sempre completamente al Consorzio Agrario Terrepadane: <Ero un bambino – ricorda l’agricoltore con il sorriso sulle labbra – quando accompagnavo mio padre all’agenzia di Ronco, dove trovavamo Gianpiero Romani con suo papà! Oggi – quasi 50 anni dopo – sono i tecnici del Consorzio a seguirci sul fronte agronomico e dei servizi con il Quaderno di Campagna, ma anche a fornirci le preziose tecnologie, dai trattori a quelle che ormai da anni utilizziamo per l’irrigazione, insomma un vero e proprio punto di riferimento per noi e per il nostro territorio>.
<Si può dire che Filippo mi ha visto nascere> – afferma Matteo Maschi, Agente di Vendita di Terrepadane che insieme a Romani segue l’azienda. <Non esiste il rapporto fornitore-cliente con questa azienda – continua Maschi – ma una consolidata amicizia che dura da anni permettendoci anche di condividere scelte e decisioni strategiche per massimizzare le produzioni aziendali coniugando tradizione e innovazione>.
Proprio riguardo l’innovazione, questa azienda è stata una delle prime a mettere in pratica tecniche virtuose grazie all’impiego della fertirrigazione controllata via satellite con Manna, la soluzione intelligente proposta da Terrepadane che contribuisce ad una gestione sostenibile dell’acqua. Matteo Scaglioni – Responsabile Water Management di Terrepadane a proposito di Manna sottolinea che <un’importante novità del 2021 sarà la disponibilità di immagini giornaliere di miglior risoluzione garantite anche in caso di nubi o, più in generale, in assenza di luce>.
Queste nuove tecnologie permettono di produrre molto e bene, fronteggiando in un’ottica di sostenibilità, le grandi sfide della globalizzazione dei mercati – con le sue spietate dinamiche di prezzo che impongono un rigidissimo controllo dei costi – e del cambiamento climatico.
<Anche gli aspetti fitosanitari – continua Ronda – oggi richiedono una gestione diversificata e complessa: si pensi al problema del ragnetto rosso, che ci ha creato non poche difficoltà negli ultimi anni e per il quale abbiamo dovuto chiamare a raccolta tutte le competenze, facendoci sostenere anche da chi ci segue, per incrociare le soluzioni agronomiche con i trattamenti, sempre nel massimo rispetto dell’ambiente>.
Tanti dunque, gli aspetti che l’agricoltore di oggi non può trascurare, in una professione che diventa sempre più complessa e che richiede competenze sempre più articolate.

ZOOTECNIA DI COLLINA, UN PATRIMONIO DA DIFENDERE

L’azienda zootecnica – 60 ettari – coltivata completamente in regime biologico oltre a vedere attivo l’allevamento, produce cereali biologici: è un vero fiore all’occhiello per la nostra provincia, ultima vestigia della zootecnia da latte di montagna, trascinata via dalle tante parole e i pochi fatti della politica, impotente davanti alle problematiche di un mercato dalle logiche sempre più difficili.
Ma qui le vacche ci sono. Eccome se ci sono: una mandria di circa 65 capi – un numero di tutto rispetto per una realtà di collina – prevalentemente Pezzate Rosse. Gestite una per una, in una logica che va ben oltre le regole e gli obblighi del benessere animale. Alimentati con un virtuosa razione a secco – la cosiddetta latte-fieno, nella versione da manuale 80% foraggio e 20% mangime, che valorizza i foraggi aziendali e permette all’animale di mantenere perfettamente efficiente il biochimismo ruminale; questi animali sono liberi di muoversi nei campi, di godere della dinamica di gruppo, di riprodursi, di allattare i propri vitelli, poiché l’allevamento adotta – praticamente unico in provincia per le vacche da latte – la tecnica vacca-vitello.
<La nostra stalla – spiega l’allevatore – esiste dal 1980 e portarla avanti è una vera battaglia quotidiana, che solo la passione ci aiuta a vincere. Alle tante difficoltà, da alcuni anni dobbiamo aggiungere anche quelle determinate dalla convivenza con gli animali selvatici, con i lupi in particolare, che minacciano i nostri animali>.
A sostenere l’azienda nei suoi sforzi quotidiani, la collaborazione con il Consorzio agrario Terrepadane, una partnership preziosa per Carini:
<Con Roberto – afferma Matteo Maschi, agente di vendita di Terrepadane – esiste un rapporto di amicizia e di collaborazione che dura da anni grazie alle relazioni personali instaurate con me e con tutto il personale del Polo di San Giorgio>.
<Matteo – sottolinea Carini – mi offre consulenza nelle scelte strategiche, fornendomi i prodotti agronomici adeguati: decidiamo insieme le varietà da seminare, tendenzialmente grano duro e grano tenero che conferisco a Rizzolo, nel centro di Terrepadane, il che è un bel vantaggio in termini di sicurezza e redditività. L’orzo bio è destinato invece ad uso aziendale.>.
<Seguo le Aziende Biologiche dalla fine degli anni 90 – afferma Angelo Romanelli, nutrizionista e veterinario di Terrepadane – e si può dire che il Consorzio sia stato il pioniere per l’assistenza a queste Aziende>. <Queste realtà – continua Romanelli – sono più semplici rispetto ad un’azienda convenzionale poiché l’alimentazione si basa su foraggi aziendali, su un mangime biologico composto dal 18% di proteine e dal 30% di amido e su cereali, solitamente mais e orzo>.
<Terrepadane – spiega Marco Cappelli, responsabile Cereali di Terrepadane – è una cooperativa che vanta più di 120 anni di storia al servizio degli agricoltori piacentini. Quindi è naturale che aziende come questa, che vivono una situazione di maggiore difficoltà, ma che rappresentano un vero patrimonio per un territorio come il nostro – che non può permettersi di perderle – siano al centro dei nostri sforzi e delle nostre strategie. Con Aziende di questo tipo costruiamo infatti filiere Biologiche basate su contratti di coltivazione che seguono un determinato protocollo agronomico. Del resto ad allevatori come Roberto tutti dobbiamo qualcosa, perchè è grazie al loro lavoro quotidiano che le nostre valli sono ancora vive, ancora così belle da essere attrattive per tanti turisti. Ecco perchè queste aziende sono molto preziose per tutti – anche per chi vive all’ombra del Duomo – e meritano uno sforzo da parte di tuta la comunità per essere conservate>.