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Terrepadane festeggia i primi 10 anni con un libro che racconta storia e prospettive

Il volume dunque, celebra il prestigioso compleanno, ripercorrendo le tante tappe dell’articolata avventura.
«La nostra storia come Terrepadane – ha spiegato Marco Crotti, presidente del consiglio di amministrazione del Consorzio Terrepadane che dopo avere “assorbito” nel 2014 anche i Consorzi di Milano, Lodi, Monza Brianza, Pavia, oggi copre un territorio vastissimo – inizia 10 anni fa, ma si inserisce su una vicenda che affonda le sue radici nel 1900 con la nascita dei Consorzi agrari di Piacenza, Milano, Lodi e Pavia».
La serata di festa, che ha coinciso con il tradizionale momento augurale – molto ben riuscita nella suggestiva cornice della ex chiesa del Carmine – preceduta da un momento di presentazione del libro, è stata salutata dalla sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, che sottolineando il ruolo propulsivo del Consorzio nel tessuto agro-alimentare, ne ha messo in evidenza il peso nell’economia del territorio. Un concetto ribadito anche da Paolo Sckokai, direttore del Dipartimento di economia agroalimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, al quale è stata affidata la prefazione del volume. «E’ indubbio – ha spiegato l’economista, intervenendo alla breve tavola rotonda sapientemente coordinata dalla giornalista Nicoletta Bracchi – che la presenza ultrasecolare dei Consorzi agrari abbia influenzato la storia del nostro territorio, valorizzando a fondo la vocazione agricola e agroalimentare non solo della pianura, ma anche della collina e della montagna, contribuendo a raggiungere quei traguardi di cui il mondo agricolo va giustamente orgoglioso».
Né il docente piacentino poteva rinunciare ad un parallelo con la presenza dell’Università Cattolica, «che – ha spiegato lo studioso – com’è noto, si deve all’intuizione di Padre Gemelli con l’istituzione dell’allora facoltà di Agraria nei primi anni ’50. La storia recente di questo territorio è stata indubbiamente influenzata dalla presenza di queste realtà (università e consorzi), che hanno lungamente collaborato e continuano a farlo ancora oggi: la sfida di coniugare l’avanzamento della ricerca scientifica in agricoltura, garantito dall’università, con le ricadute tecniche in termini di nuovi prodotti e nuovi servizi per l’azienda agricola, per i quali il consorzio gioca un ruolo cruciale, ha caratterizzato gli ultimi decenni della storia dell’agricoltura di questo territorio». Regista indiscusso del progetto Terrepadane e il suo successo, il direttore generale della blasonata cooperativa, Dante Pattini, chiamato anche a delineare il futuro della realtà che doppiato il traguardo dei primi dieci anni, guarda già al futuro. «Per capire – ha spiegato – come sarà organizzato il Consorzio dei prossimi 10-20 anni e quale potrà essere il suo ruolo per prima cosa dobbiamo immaginare come sarà l’agricoltura del futuro. La progressiva riduzione di impiego di alcuni mezzi tecnici, come fertilizzanti ed antiparassitari, accompagnata dalle problematiche legate al reperimento di forza lavoro qualificata imporranno una drastica svolta verso l’impiego sempre più massiccio di nuove tecnologie legate all’intelligenza artificiale. A queste sfide gli agricoltori non dovranno farsi trovare impreparati: la loro preparazione tecnica dovrà fare un salto di qualità, così come sarà necessario un salto di qualità nella gestione economica. Terrepadane sta già lavorando su questi temi ed i tanti progetti tecnici in corso portati avanti anche con partnership universitarie e fornitori vanno nella direzione di anticipare il futuro il più possibile».

Molinari: lungimiranza e capacità di innovare, così è nata la cooperativa

Guarda al futuro tenendo ben presente le radici della sua storia. Questa l’istantanea scattata dal volume “Terrepadane produce futuro”, che descrive la realtà di Terrepadane, la cooperativa che con i suoi 250 milioni di euro di fatturato e i suoi 200 dipendenti e collaboratori, costituisce una costola fondamentale dell’economia del territorio, ma anche della storia della nostra terra.
«Il libro – spiega l’autrice, Claudia Molinari, giornalista e agronoma, professoressa di tecniche e tecnologie agrarie all’Istituto Raineri-Marcora della nostra città – vuole contribuire a mettere in luce la realtà di questa virtuosa cooperativa nata nel 2014, ereditando l’esperienza dei Consorzi agrari di Piacenza, Milano Lodi e Pavia e diventando un esempio illuminato della lungimiranza e della capacità di innovare del mondo agricolo, troppo spesso ingiustamente accusato di essere resistente al cambiamento».

Non solo cronaca

Il volume però, non si limita ad una semplice cronaca, ma raccoglie anche tante testimonianze di dipendenti e ex dipendenti oggi in pensione, che raccontano il loro lavoro, ma anche che cosa ha voluto dire passare da un Consorzio agrario provinciale ad un importane realtà che copre praticamente tutta la pianura padana: «I focus, che si trovano in ogni capitolo accesi sui protagonisti (ossia i dipendenti) – continua Molinari – permettono di comprendere la storia del Consorzio, vista dall’interno, raccontando quindi non solo la vicenda istituzionale, ma anche quella “minore”, basata sulla quotidianità». Un libro dunque, non solo per addetti ai lavori, ma anche per i cittadini. «Certo, – conclude l’autrice – perché la lettura offre l’opportunità di conoscere e apprezzare un
pezzo importante della nostra storia. In particolare, chi sta approfondendo la sua formazione nel comparto (ovviamente ho pensato ai miei studenti) potrà capire da dove proviene il successo di oggi. Tutti invece, possono condividere l’orgoglio per quanto di buono – ed è tanto – gli agricoltori della nostra terra hanno saputo costruire».

Fonte: Libertà

NATALE CON RIFLESSIONE SUL FUTURO DELL’AGRICOLTURA

<Abbiamo proposto – ha spiegato il presidente di Terrepadane, Marco Crotti – un momento di formazione su un tema fondamentale per chi lavora in agricoltura. Infatti alla politica agricola comunitaria è legato il futuro del nostro settore e anche le possibilità che si potranno aprire. Comprendere gli scenari che si verranno a determinare nei prossimi anni, può quindi diventare fattore strategico di successo per le imprese agricole e di conseguenza per chi lavora ogni giorno al loro fianco con l’obiettivo di supportarle in un percorso di crescita>.
L’incontro – ha sintetizzato al termine dei lavori, il direttore generale del Consorzio Terrepadane, Dante Pattini, che durante la riunione ha comunque coinvolto i dipendenti più giovani neoassunti, chiedendo loro una impressione sui primi mesi di lavoro – ha avuto l’obiettivo di contribuito a migliorare la consapevolezza dei nostri dipendenti rispetto alle grandi problematiche mondiali e alla loro complessità. Un quadro in cui è necessario sapersi inserire con una gamma di servizi che permettano alle aziende di acquisire una competitività sempre maggiore.
A fare chiarezza nel complesso panorama delle politiche comunitarie ha provveduto, dunque efficacemente, il professore, che con un relazione chiara quanto completa, ha delineato innanzitutto la strategia di lungo periodo adottata dalla Commissione Europea 2019-24 – il famoso Green deal, che punta a rendere l’Unione Europea neutrale rispetto al clima entro il 2050.
<Il Green Deal – ha chiarito l’esperto – è articolato in una serie di obiettivi strategici, che investono vari settori economici, cui corrispondono specifici documenti di indirizzo: la Farm-to-Fork Strategy (F2FS) ha come obiettivo generale quello di costruire sistemi agro-alimentari sostenibili entro il 2030>.
In particolare, questa  strategia si configura come contributo europeo alle grandi sfide alimentari mondiali del nostro pianeta nel medio-lungo periodo (2050).
Innanzitutto nutrire una popolazione di 9,7 miliardi di persone prevista nel 2050; azzerare la fame (oggi quasi il 10% della popolazione mondiale soffre la fame), riducendo le disuguaglianze (oggi il reddito medio nei paesi poveri è il 10% di quello dei paesi ricchi); migliorare la qualità della dieta, visto che attualmente  circa il 28% della popolazione mondiale è sovrappeso o obesa. Per ottenere questi risultati bisognerà prevedere un leggero aumento della terra coltivabile (da 4,7 a 5 miliardi di ha), ma soprattutto bisognerà preoccuparsi di mantenere la fertilità dei terreni coltivati. Un tema che ricopre un ruolo chiave è poi quello dell’acqua: le stesse risorse idriche dovranno essere gestite con maggiore efficienza, mentre sarà più che mai fondamentale ridurre drasticamente le emissioni di gas serra (oggi il contributo dell’agricoltura è circa il 15% sul totale).
Si tratta di problematiche che possono apparire lontane dalla vita di tutti i giorni degli agricoltori piacentini, ma che invece impattano notevolmente su ogni scelta aziendale: un aspetto quest’ultimo su cui è ritornato in chiusura il presidente Marco Crotti, che, ribadendo il valore del legame ultracentenario tra il Consorzio e il territorio, ha sottolineato come rispetto ai grandi temi del futuro la grande alleata resta l’innovazione e la capacità di renderla sempre più protagonista della vita delle aziende. Un processo che il mondo agricolo sta affrontando con determinazione e che richiede partner affidabili come il Consorzio agrario ha dimostrato nella sua lunga storia di poter essere.

 

Fonte: Libertà