La vendita dei crediti di carbonio, nuova frontiera per l’agricoltura
Un argomento di grandissimo interesse che è stato presentato nei giorni scorsi ai tecnici del Consorzio direttamente dai vertici di Rivulis, introdotti dal direttore generale della cooperativa piacentina, Dante Pattini.
<Quella dei crediti di carbonio (un credito è equivalente a 1 tonnellata di CO2) – ha spiegato Pattini – è una possibilità che le nostre aziende non possono certo permettersi di ignorare, viste anche le riduzioni di contribuzione Pac già messe in atto in questa programmazione e previste per le prossime. Siamo quindi orgogliosi di offrire alle aziende agricole la proposta di Rivulis, azienda con la quale collaboriamo da decenni e che da sempre si pone all’avanguardia nel nostro settore. La nostra partnership decennale ci ha permesso di essere distributore esclusivo dei prodotti Rivulis, compreso il progetto che riguarda i crediti di carbonio>.
Attualmente i mercati dei crediti di carbonio sono due: quello obbligatorio e quello volontario. Il mercato obbligatorio di fatto è un meccanismo imposto da alcuni governi, nel nostro caso dall’Unione Europea: alcuni settori industriali dovranno ridurre in prospettiva le emissioni di anidride carbonica. Un obiettivo che può essere raggiunto con una serie di interventi e investimenti sul ciclo produttivo (impianti a fotovoltaico o altre fonti di energie alternative), oppure attraverso i crediti di carbonio che in questo mercato sono quotati da una borsa merci specifica.
Nel mercato volontario del carbonio (CVM), invece, l’acquisto di crediti di carbonio è una scelta discrezionale, senza obblighi governativi vincolanti.
Entrambi i mercati operano nell’ambito dei Sistemi di Scambio di Emissioni, dove viene stabilito un “tetto” alle emissioni di carbonio consentite in specifici settori o Paesi.
Proprio nel mercato volontario del carbonio il comparto agricolo potrebbe avere un ruolo come “venditore”; questo mercato nel 2022 ha avuto un valore di 2 miliardi di dollari, ma il suo valore potrebbe diventare entro il 2030 addirittura di 50 miliardi di dollari.
Il programma di Rivulis – Rivulis Climate – si propone di favorire questo processo aiutando l’adozione di pratiche agricole più sostenibili, facendosi carico degli aspetti burocratici e amministrativi per la certificazione, in cambio di una quota parte del credito di carbonio e soprattutto dell’acquisizione da parte dell’azienda agricola delle tecnologie per l’irrigazione a goccia.
A rappresentare l’azienda israeliana Paolo Piola, responsabile commerciale Italia e Nord Europa di Rivulis e Davide Dalle Carbonare area manager dell’azienda, che hanno presentato il programma Rivulis Climate, attraverso il quale le aziende agricole possono contribuire attivamente alla transizione verso un’agricoltura più sostenibile.
<Abbattere le emissioni carbonio – ha spiegato il tecnico di Rivulis, intervenendo all’incontro – è uno dei problemi più sentiti dalle grandi aziende nei nostri giorni: per risolvere questo problema che sarà sempre maggiore, le strategie sono complesse e prevedono diverse azioni, una delle più efficienti è quella di comprare crediti di carbonio. In questo meccanismo ci sono due figure: l’acquirente che tipicamente è una grande azienda e il venditore che è una realtà virtuosa che – dopo esserci certificata – può vendere i suoi crediti di carbonio>.
In realtà il processo è molto complesso – ad esempio la certificazione richiede molte risorse sia di tempo che economiche (ogni pratica può costare anche 100mila dollari!) – e richiede una società che possa investire in questa opportunità, potendo anche contare su un capitale adeguato.
In questo contesto si inserisce Rivulis – partner storico di Terrepadane – che si fa interprete delle esigenze del mondo agricolo che in questo modo può cogliere l’opportunità, entrando così in possesso di risorse che potranno essere poi investite in tecnologie per la sua azienda (ad esempio irrigazione a goccia).
<L’azienda agricola per entrare in possesso di crediti di carbonio – ha spiegato Dalle Carbonare – deve farsi promotrice di interventi e investimenti virtuosi, che vadano oltre le azioni già previste dalla Pac (questo è un aspetto fondamentale) attraverso le quali venga risparmiato carbonio: dal cambio coltura, all’introduzione dell’irrigazione a goccia alimentata con pannelli solari, fino alla riduzione delle lavorazioni, all’adozione di cover crop, ma anche all’aumento del numero di piante ad ettaro, ecc..>.
Rivulis sta sperimentando dieci progetti pilota in tutto il mondo e in Italia tre sono già in rampa di lancio.
<Terrepadane – ha concluso Pattini – è da sempre fortemente vocata a portare avanti l’innovazione, anticipando il cambiamento in agricoltura. Questo programma è un nuovo modo concreto per coltivare la nostra mission, che è il futuro del comparto>.
Fonte: Libertà