CAMPAGNA 2023, AL LAVORO CON I NUOVI CONTRATTI DI COLTIVAZIONE

Fornire assistenza tecnica – agronomica alle aziende conferenti per una gestione ottimale del prodotto dalla semina alla raccolta, promuovere nuove colture e nuove varietà, cercando di orientare l’azienda agricola secondo le necessità e le nuove evoluzione del mercato.
<I contratti di coltivazione – spiega Marco Capelli, responsabile settore cereali e filiere Terrepadane – hanno come finalità quella di favorire lo sviluppo di una migliore redditività per le aziende agricole, valorizzando il prodotto e facilitando la programmazione>.
I contratti che vengono proposti sono molteplici: dal tradizionale contratto Barilla per il grano tenero, ai contratti per il grano duro e i grani di forza:
<i nostri contratti nascono dalla collaborazione con i più grandi gruppi di trasformazione e riguardano diverse tipologie di grano. In particolare, la novità di quest’anno è il contratto Galbusera, dedicato ad un frumento tenero per la panificazione>.
Tutti i contratti – chiarisce ancora l’agronomo – puntano a valorizzare la sostenibilità della produzione e premiano questo impegno, garantendo migliori condizioni economiche.
<Nel 2022, in particolare – aggiunge Cappelli – abbiamo registrato un grande successo per i contratti dedicati ai cereali biologici. Un vero boom con oltre 6 mila tonnellate. Un dato che va ancora una volta ad evidenziare il crescente interesse per questa tecnica di coltivazione>.
Visto il successo ottenuto con il frumento, il meccanismo dei contratti di coltivazione viene riproposto anche su altre colture: ad esempio la colza, che nel 2022 ha visto un contratto colza sostenibile che ha funzionato molto bene.
Per la campagna 2023 verrà inoltre riproposto il contratto mais: <si di una possibilità molto interessante per i produttori, che tra l’altro viene proposta intercettando anche gli incentivi previsti dal PNRR>.
Sulla prospettiva che i contratti di coltivazione lasciano intravedere per il mondo agricolo e sulla lungimiranza che il Consorzio ha dimostrato, mettendosi a lavorare su questi strumenti già 15 anni fa, interviene anche il presidente Marco Crotti: <la politica agricola dell’Unione europea nella programmazione che partirà dal prossimo 1 gennaio valorizzerà al massimo i contratti di coltivazione, come strumento fondamentale per migliorare l’efficienza delle filiere e favorire la competitività, fronteggiando l’eterna problematica della volatilità dei prezzi. Ben consapevole dell’utilità e della valenza strategica di questi contratti; il Consorzio ha imboccato, tra i primi, questa strada già 15 anni fa, offrendo alle aziende socie una soluzione moderna ed efficace per garantirsi un’adeguata redditività. Il tempo ci ha dato ragione e oggi i contratti di filiera sono riconosciuti modello virtuoso per garantire alle aziende agricole la possibilità di fronteggiare il mercato>.

 

Fonte: Libertà