CON TERREPADANE INNOVATION LAB LA FILIERA DEL MAIS DAL CAMPO ALLA STALLA

Al centro del laboratorio – che si è svolto nei giorni scorsi, con la preziosa collaborazione di Corteva Agriscience, presso l’Azienda agricola Ramelli Giacinto e Giuseppe SS in cascina Mulazzana a Camairago in provincia di Lodi e che ha visto protagoniste due classi dell’Istituto tecnico agrario Tosi di Codogno, accompagnati dai loro insegnanti – il delicato tema del controllo delle aflatossine, e la sua relazione con il mantenimento di elevati standard di benessere animale.
Le aflatossine sono metaboliti di funghi presenti in natura che attaccano il mais in particolari condizioni climatiche, molto pericolosi anche per l’uomo, visto che possono passare nel latte e nei suoi derivati.
L’azienda – che vede 280 capi in mungitura per circa 450 ettari coltivati in funzione delle esigenze alimentari della mandria – ha scelto la strada della sostenibilità, come ha spiegato il direttore operativo di Terrepadane Antonino Passalacqua, introducendo i lavori, e si avvale dell’utilizzo di AF-X1 2022 come un valido strumento a supporto del contenimento delle aflatossine.
La mattinata si è articolata in due momenti, uno dedicato alla gestione del mais – durante il quale i ragazzi hanno potuto assistere direttamente in campo alla distribuzione dell’agente di biocontrollo delle aflatossine AF-X1 2022 – e uno squisitamente zootecnico affidato al gestore della stalla, Emiliano Caserini insieme al tecnico alimentarista di Terrepadane Fabio Reina.
Jessica Murelli, Responsabile agronomico di Corteva, ha chiarito come AF-X1 2022 sia in grado di prevenire efficacemente lo sviluppo delle aflatossine su mais sfruttando la competizione naturale tra i ceppi del fungo che producono il pericoloso metabolita e uno specifico ceppo isolato nei nostri ambienti, che invece non è pericoloso.
Diffondendo, dunque in modo naturale, il fungo “non tossigeno” si favorisce la sua vittoria nella competizione e si sconfigge il fungo “che produce la tossina”.
<Si tratta di un sistema messo a punto dall’Università di Piacenza – dal gruppo di ricerca guidato dalla prof.ssa Paola Battilani, che ha dedicato a questo argomento anni di ricerca. Grazie a questa soluzione mettiamo in atto una lotta completamente biologica>.
<Il consorzio Terrepadane – ha spiegato Fabio Reina, tecnico alimentarista di Terrepadane – da sempre punta sull’innovazione tecnologica nella convinzione che essa rappresenti l’unica strada vincente per dare competitività all’agricoltura: in un’azienda zootecnica questo significa innanzitutto garantire qualità degli alimenti destinati agli animali, il che ovviamente – oltre a costituire la base del benessere animale – si traduce in sicurezza alimentare per gli allevamenti e per l’Uomo.

Fonte: Libertà