Parte sempre dalla foraggicoltura il successo dell’azienda zootecnica
<Un insieme di eventi – spiega Stefano Zaupa, responsabile settore mangimi del Consorzio Agrario Terrepadane – che in molti casi ha reso difficile il raccolto di questo primo taglio, faticando ad irrigare adeguatamente le coltivazioni a causa della carenza di acqua. In sostanza, gli allevatori che sono riusciti ad anticipare il raccolto di maggio non hanno avuto problemi (anche se si sono dovuti accontentare in termini di quantità prodotto); mentre per gli altri non è stato facile ottenere risultati accettabili, tanto che molti lamentano uno scadimento nutritivo del prodotto>.
Nel frattempo, sempre sul fronte della foraggicoltura si stanno affermando in Pianura Padana nuove tendenze, vista la crisi che il mais sta attraversando già alcuni anni:
<La scorsa annata – continua Zaupa – sarà ricordata per le enormi difficoltà che ha portato con sé relativamente alla coltivazione del mais. Infatti, in generale il prodotto portato a casa degli allevatori non è stato all’altezza delle aspettative e ci sono stati casi in cui il tenore in amido non ha superato i 20 punti percentuali! Dal nostro punto di vista, questi primi 5 mesi del 2023 hanno visto un notevole incremento delle quantità di mangimi composti commercializzati come Terrepadane con una crescita in volume di 50mila quintali e con risultati più che soddisfacenti per i nostri Soci clienti produttori di latte>.
Tra le novità che si stanno affermando in sostituzione del mais da foraggio in territorio lombardo e che anche gli allevatori piacentini stanno guardando con interesse, ci sono i cosiddetti miscugli tra leguminose e graminacee, che si stanno dimostrando foraggi particolarmente interessanti da insilare. Infatti, con un unico prodotto, si possono apportare amidi e proteine derivanti rispettivamente dai cereali e dalle leguminose.
In realtà, non si tratta di una vera novità, poiché questo sistema di coltivazione trova nei nostri areali una diffusione, seppur limitata da anni: oggi però, grazie ai progressi raggiunti in termini di varietà colturali e tecniche di raccolta, è possibile insilare ad uno stadio di maturazione più avanzato con migliore risultato in termini nutrizionali.
<Questi prodotti – chiarisce ancora Zaupa – offrono caratteristiche nutrizionali molto interessanti con tenori proteici anche del 14% e una buona qualità della fibra, che garantisce un’adeguata digeribilità e valorizza la funzionalità del rumine. Non da ultimo, va tenuto presente che questi miscugli rispetto, ad esempio, ad un insilato di frumento, espongono a minori problemi di allettamento. Certo, utilizzando questo tipo di prodotto, è opportuno prevedere un’integrazione con farina di mais, oppure un’adeguata grassatura della razione che consente di ottenere livelli energetici adeguati alle produzioni di latte. Per questo la nostra proposta anche per i miscugli è sempre personalizzata, in funzione delle caratteristiche dell’azienda e mediata dai nostri consulenti. In particolare, in momenti come quello estivo, quando il rischio di fermentazioni anomale è veramente dietro l’angolo, diventa strategico prevedere anche integrazioni, ad esempio, con acidificanti e assumere decisioni mirate sul fronte del management (ad esempio gestire l’alimentazione con due carri, invece che con uno)>.
<Anche e soprattutto in ambito zootecnico – sintetizza Stefano Zaupa – la nostra consulenza punta a massimizzare la redditività dell’azienda e quindi a calibrare ogni tipo di intervento sulla base di un rigido bilancio tra costi e benefici economici. Che però – e questo aspetto va sempre tenuto ben presente – passa inevitabilmente per il mantenimento di elevati standard di benessere degli animali, particolarmente delle bovine da latte>.
<Attraverso una accurata consulenza – spiega il presidente di Terrepadane, Marco Crotti – la nostra cooperativa, ha da sempre impattato sullo sviluppo delle aziende, introducendo innovazione sia tecnologica, che metodologica e contribuendo così in modo concreto ad una crescita della loro competitività>.
Fonte: Libertà