STRESS DA CALDO DELLA BOVINA DA LATTE, TENERE ALTA LA GUARDIA
A spiegare le strategie che possono aiutare la bovina da latte – che è un animale omeotermo – a mettere in atto i meccanismi di termoregolazione (che consentono di bilanciare la quantità di calore endogeno prodotto con la quantità di calore disperso verso l’ambiente esterno) provvede Paola Michelotti, tecnico alimentarista del Consorzio agrario Terrepadane.
<Le condizioni di comfort termico dei bovini da latte sono misurate da un indice chiamato THI (Temperature and humidity index) che mette in relazione la temperatura e l’umidità relativa dell’aria. Entro i valori soglia di questo indice l’animale mantiene la propria temperatura senza dover variare il metabolismo, l’attività muscolare e il livello produttivo. Al contrario, quando si supera il livello soglia, l’animale è costretto a ridurre l’ingestione e l’attività motoria per disperdere il calore in eccesso attraverso vasodilatazione, sudorazione e ventilazione polmonare>
Si determina così una situazione di stress da caldo i cui segnali caratteristici sono il calo dell’ingestione, la diminuzione di produzione e la variazione della qualità del latte, il peggioramento dei parametri riproduttivi. Un quadro che conduce fatalmente all’insorgenza frequente di alcune patologie.
<Sicuramente – continua Michelotti – investire in impianti di raffrescamento è una soluzione vincente ma non sufficiente. Infatti, è necessario adottare alcune strategie alimentari per poter prevenire il manifestarsi di queste problematiche. Innanzitutto, per massimizzare l’ingestione è buona norma distribuire la razione durante le ore più fresche della giornata e se possibile, suddividerla in due somministrazioni al giorno, avvicinando più volte nell’arco della giornata la miscelata in mangiatoia. In questo modo si migliorerà l’appetibilità della razione; non di meno è indispensabile lasciare sempre a disposizione acqua fresca, pulita e facilmente raggiungibile.
Dal punto di vista della composizione della dieta, è buona norma evitare fibra grossolana e prediligere fibra più giovane e digeribile ed eventualmente inserire fonti di fibra solubile (polpe di barbabietola e buccette di soia) che stimola l’attività ruminale, così come è utile inserire lieviti, che per il disciplinare del Grana Padano devono essere tassativamente spenti.
Dal punto di vista energetico è di estrema importanza non alzare il livello di amidi della razione, ma è necessario inserire fonti energetiche concentrate, come grassi idrogenati o frazionati che oltre ad essere un’ottima fonte energetica aiutano a mantenere alto il valore del grasso nel latte, che notoriamente in condizioni di stress da caldo tende a diminuire>.
Allo stesso tempo, gioca un ruolo fondamentale anche la concentrazione degli zuccheri in razione, così come l’integrazione di macrominerali (bicarbonato di sodio che viene utilizzato come tampone ruminale per far fronte a fenomeni di acidosi ruminale e come fonte di sodio e potassio sotto forma di carbonato di potassio).
Sul fronte economico, in questo momento molto difficile per la zootecnia, è fondamentale impostare una corretta valutazione costi/benefici.
<In questo clima di crisi – aggiunge l’esperta – è fondamentale lavorare per obiettivi e mettere in atto una valutazione economica dell’intera gestione aziendale. Con l’intento di massimizzare il reddito aziendale in molti fanno l’errore di tagliare i costi di alimentazione, fertilità e salute degli animali.
Il nostro consiglio invece è quello di puntare a massimizzare innanzitutto la qualità dei foraggi aziendali. Certo, bisogna avere sotto controllo i costi di produzione e gli indici di efficienza alimentare, oltre che essere a conoscenza delle produzioni minime per la messa in asciutta o la riforma di una vacca. Senza dimenticare che per aumentare l’efficienza di una stalla è strettamente necessario massimizzare il benessere animale ed avere il giusto numero di capi in stalla evitando situazioni di sovraffollamento>.
Il supporto della Tecnologia
Anche nell’alimentazione della bovina da latte la tecnologia gioca un ruolo fondamentale, nell’ottica di formulare un’alimentazione di precisione.
<In questa ottica – spiega Paola Michelotti, tecnico alimentarista di Terrepadane – il Consorzio Terrepadane include nei servizi agli allevamenti lo strumento POLISPEC NIR portatile. Si tratta di uno spettrofotometro che sfrutta lo spettro del vicino infrarosso per fornire nell’immediato le analisi dei principali foraggi aziendali e non solo. Infatti, grazie a questo strumento abbiamo la possibilità di effettuare analisi sulla miscelata e sulle feci per poter fare una valutazione della digeribilità della dieta adottata da ogni singolo allevamento.
Fonte: Libertà