Terrepadane: ricerca e tecnologia a servizio della sostenibilità
Il tutto per dare vita ad un progetto veramente innovativo che punta direttamente a soddisfare gli obiettivi del green deal dell’Unione Europea dedicato alla gestione del pomodoro da industria. Un progetto completamente e orgogliosamente made in Piacenza, che si inserisce in un mercato – quello delle concimazioni – assolutamente internazionale.<Nutri-Biesse – spiega Antonino Passalacqua, Direttore delle operazioni di Terrepadane – è una nuova linea di soluzioni innovative, alla quale appartiene anche un nuovo formulato pensato per la nutrizione del pomodoro; basandosi sull’impiego di microorganismi locali benefici, si inserisce positivamente nel metabolismo della pianta contribuendo a migliorare la produzione e a standardizzare le rese, consentendo un risparmio di più del 20% di concimazione di fondo. Alla base di questo risultato – per certi versi sorprendente, se si pensa che il comparto della concimazione è dominato dalle grandi multinazionali – un batterio isolato nelle nostre provincie dopo una attenta selezione dei terreni più fertili; una fase di ricerca e sviluppo svolta completamente a livello locale in una virtuosa sinergia tra l’Università Cattolica, il Consorzio Terrepadane e la nascente imprenditoria locale (lo start up). Una produzione realizzata nello stabilimento Multiliquid di Fiorenzuola, dove tecnologie e competenze agronomiche si fondono perfettamente>. Nutri-Biesse – che potremmo senz’altro definire un’eccellenza locale – è stato presentato a Tomato World in un incontro appositamente messo a punto ed è stato accolto con interesse da tecnici e operatori. Durante l’incontro il prof. Edoardo Puglisi, intervenuto insieme al prof. Luigi Lucini e al prof. Marco Trevisan, preside della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali, ha chiarito come la Facoltà piacentina da quasi 20 anni sviluppi studi finalizzati a comprendere e valorizzare quelle complesse interazioni tra terreno, microrganismi e pianta che sono alla base della qualità del suolo e della fertilità agraria. <Negli ultimi anni – ha aggiunto il Professore – queste ricerche si sono concretizzate nell’isolamento e nella valorizzazione di batteri e funghi del terreno in grado di contribuire in modo significativo alla nutrizione e alla difesa della pianta, in un’ ottica di riduzione e complementazione dei classici input chimici in agricoltura. In questa scia è stata sviluppata la collaborazione con il Consorzio Agrario Terrepadane, che ci ha portato ad identificare un batterio con spiccate capacità di promuovere la crescita del pomodoro e la qualità del prodotto in uno scenario di riduzione fino al 20% degli input chimici. Abbiamo svolto prove di campo per 3 anni, ed i risultati sono stati talmente buoni da convincere noi ed il Consorzio Terrepadane ad intraprendere la strada della commercializzazione>. <La nostra cooperativa – spiega il direttore generale di Terrepadane, Dante Pattini – è da sempre in prima linea nel mettere a disposizione del mondo agricolo soluzioni innovative pensate per incidere positivamente sulla competitività delle aziende agricole. Non solo. Nei suoi 124 anni di vita, come Consorzio agrario prima e Terrepadane poi, abbiamo sempre puntato a valorizzare le risorse del nostro territorio, offrendo opportunità di crescita e di sviluppo a tutti i livelli. Questo progetto con la sua originalità e la sua spiccata valenza territoriale rappresenta un esempio virtuoso e ci incoraggia a continuare su questa strada di impegno. Un percorso che ha fatto e ancora sta facendo di Piacenza, una vera capitale dell’innovazione in agricoltura in un momento in cui questo settore sta mettendo in evidenza tutta la sua centralità strategica per il nostro Paese>.
Fonte: Libertà